Tra le decisioni scaturite nell’incontro, la formazione di un Movimento a difesa delle Costituzione e dello Statuto regionale, forte dei pareri autorevoli espressi recentemente dalla Corte dei Conte e del Censis. Questi ultimi avrebbero tra l’altro acclarato – è stato riferito in assemblea – che la proposta di riforma non solo non porta a risparmi finanziari ma addirittura comporta oneri aggiuntivi e sovrapposizioni di funzioni tra i vari nuovi Enti intermedi previsti. Il movimento sarà collegato ai Comitati spontanei sorti nelle altre Province siciliane, con l’obiettivo comune di diventare diretti interlocutori dei rappresentanti politici. Allo stato il problema non riguarda solo il mantenimento dell’attuale livello occupazionale ma la probabile dispersione delle professionalità acquisite all’interno delle varie Province che potrebbero non trovare adeguata collocazione.
Nel frattempo si resta in attesa della sentenza, prevista entro il 5 dicembre, sul ricorso presentato al Tar dall’Upi, Urps e da alcuni ex consiglieri provinciali.
Il prossimo appuntamento è previsto dopo le decisioni del Tar per stabilire una linea unitaria da perseguire assieme ai comitati spontanei delle altre Province siciliane.
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