Lo rende noto il presidente del Distretto della pesca di Mazara del Vallo, Giovanni Tumbiolo. Il peschereccio era stato catturato nelle acque del “Mammellone” da una motovedetta tunisina e dirottato nel porto di Sfax. Tumbiolo ha appreso della soluzione positiva della vicenda da una telefonata dell’ambasciatore d’Italia in Tunisia, Raimondo De Cardona, a sua volta informato dal ministro tunisino dell’Agricoltura e Pesca, Mohammed Ben Salem.
Sul peschereccio ci sono tre mazaresi e sei tuninisi di equipaggio. “I sequestri dei pescherecci -sottolinea Tumbiolo- creano gravi danni economici e finanziari a tutta la filiera ittica e rischiano di mettere definitivamente in ginocchio il settore della pesca siciliana e mazarese in particolare. E’ bene puntualizzare che nel 50% dei casi i sequestri avvengono senza nessuna particolare motivazione, in quanto vengono consumati in acque internazionali. Il danno della cosiddetta guerra del pesce che dura ininterrottamente da 50 anni è stimato in 90 milioni di euro tutti a carico della fragile economia ittica siciliana. Il vero problema è che non sono stati chiaramente definiti i limiti e confini ed i conseguenti diritti reciproci. Il principale responsabile è l’Unione Europea. L’Europa non è mai intervenuta in questa complessa materia”.
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