“Anni fa ho realizzato alcuni servizi televisivi e un documentario in Amazzonia. – racconta Diritti – L’esperienza è stata molto coinvolgente: per la spettacolare bellezza della natura, per il dilatarsi di tempi, per la semplicità e la gentilezza delle popolazioni, in uno scenario che naturalmente porta a percepire la forza primordiale della vita, a interrogarsi sul ruolo dell’uomo e a indagare il senso di un “oltre” l’esistenza stessa, pervasi da qualcosa che è “altro”, trascendente, tanto presente quanto impalpabile. Nell’occasione di quel viaggio, sono stati molti gli incontri con europei che hanno deciso di vivere la loro esistenza in quel territorio. Tra le tante figure mi incuriosì sentire citare sovente dai miei interlocutori la figura di un missionario italiano, Augusto Gianola, missionario del Pime vissuto in quell’area per più di trent’anni. Un uomo alla ricerca di Dio, un sacerdote che si spogliò del ruolo pastorale per calarsi in una condivisione umana con le persone più semplici e umili. La sua biografia, le sue lettere e l’esperienza diretta di incontro con altre persone in Amazzonia sono l’incipit di questo progetto filmico. In quell’ambiente dove si dilatano i tempi, dove la natura richiama forte il senso di precarietà della condizione umana rispetto alla vastità dell’universo, il pensiero sul chi siamo, da dove veniamo e cosa facciamo sulla terra, diventa naturalmente parte del quotidiano, soprattutto nei lunghi spostamenti sul fiume dove la sospensione sull’acqua diventa affine alla sospensione del pensiero. La contraddizione con l’Occidente, con il nostro concetto dominante di felicità, è forte: abbiamo conquistato molto, per certi versi abbiamo – possediamo – tutto, eppure non è così scontato essere appagati e saper condividere con gli altri non solo la quotidianità, ma anche la nostra interiorità, spesso assoggettata a ritmi di vita innaturali, dove l’esterno è fortemente invadente. E la crisi economico-sociale di oggi ci costringe a prendere atto che molti schemi sono saltati, che molte certezze si sono rivelate effimere. Mi interessava indagare anche quell’ambito in cui la storia di una singola persona – nel momento in cui affronta una crisi intima – può in realtà diventare un’occasione di messa in discussione e di ricerca, seppur dolorosa, per una nuova possibilità di vita, più affine, che le assomiglia di più, dunque più autentica. E in questo senso, la storia di uno è in realtà la vicenda umana di tutti, universale”.
Giorgio Diritti è regista, sceneggiatore e montatore è nato a Bologna il 21 dicembre 1959.
Come autore e regista dirige documentari, cortometraggi e programmi televisivi. In ambito cinematografico il suo primo cortometraggio, “Cappello da marinaio” (1990) è stato selezionato in concorso a numerosi festival internazionali, tra cui quello di Clermont‐Ferrand. Nel 1993 ha realizzato “Quasi un anno”, film per la TV prodotto da Ipotesi Cinema e RAI 1.
Il suo film d’esordio, “Il vento fa il suo giro” (2005), partecipa ad oltre 60 festival nazionali ed
internazionali, vincendo una quarantina di premi. Riceve 5 candidature ai David di Donatello 2008 (fra cui Miglior film, Miglior regista esordiente, Miglior produttore e Migliore sceneggiatura) e 4 candidature ai Nastri D’argento 2008. Il film inoltre diventa un “caso nazionale”, restando in programmazione al Cinema Mexico di Milano per più di un anno e mezzo.
Il suo secondo film, “L’uomo che verrà” (2009), viene presentato nella selezione ufficiale del Festival Internazionale del Film di Roma 2009, dove vince il Gran Premio della Giuria Marc’Aurelio D’argento, il Premio Marc’Aurelio D’oro del Pubblico e il Premio “La Meglio Gioventù”. Uscito poi in sala il 22 gennaio 2010 partecipa a molti festival italiani ed internazionali ricevendo numerosi riconoscimenti. Si aggiudica inoltre i Premi come Miglior film, Migliore produttore e Migliore suono di presa diretta ai David di Donatello 2010 e i Premi come Miglior produttore, Migliore scenografia e Miglior sonoro ai Nastri d’Argento 2010. Parallelamente all’attività cinematografica, documentaristica e audiovisiva, Giorgio Diritti lavora attivamente in ambito teatrale dove produce e dirige vari spettacoli, uno tra questi “Novelle fatte al piano” presentato per la prima volta nel 2010 a Roma in apertura della prima edizione del Festival di lettura per ragazzi La Tribù dei lettori. Lo spettacolo è creato associando, rimontando e giocando con immagini datate dagli anni Dieci agli anni Sessanta del Novecento per far rinascere l’universo terrestre ed extraterreste di Gianni Rodari, sotto forma di una drammaturgia ‘filmica’ e musicale. Tra il 2010 e il 2011 Diritti cura la regia de “Gli occhi gli alberi le foglie”, una riflessione teatrale e cinematografica sul senso dell’educazione e dell’insegnamento, presentato la prima volta in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Bologna. L’attenzione verso il cinema del reale e il legame con la città di Bologna caratterizzano nel tempo i lavori di Giorgio Diritti che nel 2012 realizza un documentario per il nuovo circuito di musei bolognesi Genus Bononiae nel quale svela, attraverso una passeggiata virtuale per le strade e tra la gente che anima Bologna, il patrimonio che ha resa famosa nei secoli la sua città.
Filmografia
LUNGOMETRAGGI
2009 L’UOMO CHE VERRÀ (The Man Who Will Come)
2005 IL VENTO FA IL SUO GIRO (The Wind Blows Round)
DOCUMENTARI
2012 GENUS BONONIAE MUSEI NELLA CITTÀ
2008 PIAZZÀTI (Minààs Fitàas) (Kids for Hire)
2002 CON I MIEI OCCHI (With My Own Eyes)
1999 IL DENARO (Money),
diretto da Giorgio Diritti, Paolo Cottignola, Ermanno Olmi e Alberto Rondalli
FILM PER LA TV
1994 QUASI UN ANNO (Almost A Year)
MEDIO e CORTOMETRAGGI
2000 SEGNO D’OMBRA
1995 DAL BUIO
1992 DIO (God)
1990 CAPPELLO DA MARINAIO (A Sailor’s Hat)
TEATRO
2011 GLI OCCHI GLI ALBERI LE FOGLIE
2010 NOVELLE FATTE AL PIANO
2007 LA ZATTERA DI VESALIO
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