L’epoca che vide tra i protagonisti della scena religiosa e pubblica San Francesco di Paola era caratterizzata – da una parte – dal fiorire delle arti nelle corti rinascimentali, dall’altra dalle lotte fra gli Stati i cui era divisa l’Italia. Il Santo di Paola, noto in tutta Europa per il numero straordinario di miracoli, fu e rimase sempre un uomo che scelse un percorso di vita improntato all’eremitaggio, alla penitenza quaresimale, a un nutrimento essenziale, che oggi potremmo definire ‘vegetariano’; eppure era in contatto con la gente, soprattutto quella vessata dai soprusi e dalla povertà, e con i potenti, ai quali rimproverava, senza alcuna esitazione, le ingiustizie della loro politica. Fu a contatto con pontefici, re di Napoli e di Francia (dove morì nel 1507), senza lasciarsi corrompere dai loro doni e dal loro fasto: rispettoso del volere papale, cercò di prodigarsi per la pace e, soprattutto, di diffondere il messaggio cristiano del dialogo, del rispetto personale, della conversione. “Nei tempi in cui viviamo – sottolinea l’organizzatrice e presentatrice dell’evento Marisa Ranieri Panetta – contrassegnati dallo spreco, dall’indifferenza, dalla politica irresponsabile, il Santo paolano è un esempio del rispetto per la persona e dell’ambiente, della responsabilità personale, della conciliazione tra progresso e dignità umana, della libertà di pensiero”.
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