Anche Wwf Isontino interviene su questione Val Rosandra

“I recenti interventi lungo il torrente Rosandra non sono purtroppo fatti isolati. In Provincia di Gorizia ricordiamo almeno altri due eventi analoghi”. Lo ha riferito oggi il Wwf Isontino (Go) “Nel 2006 dei lavori di sghiaiamento dell’Isonzo a Turriaco – sciauguratamente eseguiti nel mese di maggio nell’unico sito riproduttivo dell’Occhione noto nella provincia di Gorizia – portarono all’abbandono del sito. Da allora non risultano più nidificazioni di questa pregiata specie”. “Nei mesi di febbraio e marzo 2009 dei lavori di ‘messa in sicurezza’ portarono al taglio di buona parte del bosco di Grado adiacente alla Valle Artalina, sede di dormitorio e garzaia di Aironi. In quel sito ha nidificato la Sgarza ciuffetto (2002), tra le specie più rare come nidificanti in FVG, e l’airone guardabuoi (nel 2007, prima nidificazione per il FVG) oltre a molte coppie di Garzetta. Dopo l’avvio dei lavori il WWF Isontino – che aveva già proposto il pregiato bosco costiero come biotopo regionale – contattò la Protezione Civile comunale, il Comune di Grado e l’Ispettorato forestale e venne eseguito un sopralluogo con tutti questi soggetti. Nonostante ciò, pochi giorni dopo la garzaia venne rasa al suolo, come buona parte del bosco, e gli ardeidi furono costretti ad abbandonare il sito”. “Alla luce di queste esperienze assolutamente negative per l’ambiente naturale e che si potevano evitare semplicemente con una maggiore disponibilità di ascolto degli esperti (o ancora più semplicemente un maggior dialogo tra i diversi uffici regionali), appare chiaro come sia necessario un intervento normativo per imporre un parere vincolante da parte di esperti naturalisti ogni qualvolta la Protezione civile intenda intervenire in ambiti di vincolo paesaggistico (comprendendo quindi tutti i corsi d’acqua) o in aree naturalistiche”. WWf non vuole mettere in discussione “l’istituto della Protezione civile e la sua attività che in generale è preziosa ed encomiabile, ma l’attività di manutenzione del territorio dovrebbe essere pianificata a partire da conoscenze e competenze tecniche e scientifiche e svolta non da volontari ma da personale professionalmente preparato. Inoltre, la gestione dei bacini idrici come delle aree boscate necessiterebbe di un’attività costante sul territorio, e non di grandi operazioni svolte a lunghissima scadenza l’una dall’altra, che comportano lo stravolgimento di habitat e l’alterazione di equilibri consolidati”. Sempre per il Wwf Isontino “delle norme chiare e un po’ di buon senso permetterebbero di evitare eventi come quello del torrente Rosandra o quelli di Grado e Turriaco in Provincia di Gorizia”.

Redazione

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