In diverse città italiane, in simultanea con Firenze, sono scesi in piazza in tantissimi per manifestare a fianco della comunità senegalese colpita dalla strage in Toscana. A Firenze un lungo serpentone che si è mosso da piazza Dalmazia, dove la pistola di Gianluca Casseri ha fatto fuoco. In testa le bandiere del Senegal e i familiari delle vittime, Mor Diop e Modou Samb. Molte persone indossavano una fascetta rossa in segno di lutto. E’ stato un corteo pacifico e silenzioso come avevano chiesto gli organizzatori. “Non si può diffondere disprezzo come è stato fatto in questi anni. Chi lo ha seminato, vedendo tutte queste persone, dovrebbe vergognarsi – dice il portavoce della comunità senegalese fiorentina Pape Diaw – al Governo chiediamo leggi severe contro il razzismo e la discriminazione razziale”.
Tra la gente anche alcuni politici, il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani (“occorre chiedere alle istituzioni di fare la loro parte, reprimendo con severità fenomeni di terrorismo razzista”), il presidente della Puglia, Nichi Vendola (“cancelliamo la Bossi-Fini”) e il sindaco di Firenze, Matteo Renzi.
“Noi senegalesi non abbiamo bisogno delle scuse di Casa Pound; loro, piuttosto, dovrebbero vergognarsi, e non solo di fronte a noi, ma davanti al mondo intero”. Pape Diaw replica così agli esponenti di Casa Pound che stamani, a Bari, hanno detto di “non sentirsi in colpa e non dover chiedere scusa a nessuno”.
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