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Raccolti di orzo e frumento in Bergamasca stimati in calo fino al 45%

Il 2011 non promette niente di buono per quanto riguarda il bilancio finale del raccolto di frumento e orzo: è quanto rileva ABIA, associazione bergamasca delle imprese agromeccaniche e agricole, che traccia una prima stima delle rese dei cosiddetti cereali autunno-vernini per la stagione in corso, ipotizzando un calo medio tra il 40 e il 45% rispetto allo scorso anno. “In questi giorni è iniziata la raccolta dell’orzo – afferma Leonardo Bolis, presidente di ABIA –  e il bilancio si preannuncia piuttosto magro. Né si prevede che possa andare meglio per il grano tenero: anche in questo caso si prevedono cali consistenti, che incideranno pesantemente sui bilanci dei nostri cerealicoltori”. A che cosa si deve questo calo rispetto al 2010? “Per certi versi – spiega Bolis – ci troviamo di fronte all’epilogo annunciato di una stagione partita male già nelle prime operazioni di semina a causa di un autunno molto piovoso, il quale ha compromesso la nascita e la crescita di questi cereali, che nella nostra provincia occupano una superficie complessiva di circa 7.600 ettari, divisi tra 4.900 ettari di frumento e 2.700 ettari di orzo. Ha poi inciso fortemente sulle rese anche la siccità primaverile”. “Un suggerimento – prosegue Bolis – potrebbe essere quello di seminare mais o soia come secondo raccolto dopo orzo e grano per compensare le perdite generate da questi ultimi”. L’unico elemento positivo per i cerealicoltori bergamaschi è rappresentato dalla tenuta dei prezzi pagati agli agricoltori. “Tutto sommato – rende noto Enzo Cattaneo, direttore di ABIA – le quotazioni di questi cereali sono ancora piuttosto alte. Si prevede inoltre una vera e propria caccia alla paglia, prezioso ‘sottoprodotto’ dei cereali che si raccolgono in questa stagione. Quest’anno non sarà molta la paglia a disposizione degli allevatori da utilizzare nelle stalle come lettiera dei bovini: le piantine di grano sono infatti più basse e rade  e di conseguenza non si potrà contare su una produzione di paglia paragonabile a quella degli anni precedenti”. “All’inizio di quest’anno le migliori speranze erano riposte nella produzione di mais – conclude Bolis -. Si stima infatti che, rispetto al 2010, la coltura principe delle nostre campagne della Bassa abbia fatto registrare un incremento di quasi il 10 per cento per quanto riguarda le superfici coltivate, da 23.000 a oltre 25.000 ettari. Tuttavia le cose non sono andate secondo le previsioni. Ci sono state nascite diradate e ‘disformi’  a causa delle temperature elevate e della forte siccità nel periodo post semina. Proprio in questi giorni, inoltre, si stanno registrando forti attacchi di diabrotica che rischiano di compromettere pesantemente i raccolti”.

Redazione

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