Lars von Trier sulla Croisette, nella conferenza stampa di presentazione del suo film Melancholia, ha fatto discutere il mondo interno con il suo richiamo al nazismo. “Capisco Hitler”. “Invoco la soluzione finale per i giornalisti”. “Non sono contro gli ebrei, ma in realtà non troppo perché Israele è un problema, come un dito nel culo, fa cagare”. Frasi pesanti come macigni e così la direzione del Festival di Cannes ha preso provvedimenti formali contro di lui: il cineasta (Palma d’oro per Dancer in the dark) viene dichiarato “persona non gradita”. Un provvedimento, sottolinea la direzione della manifestazione, “con effetto immediato”. Un comunicato chiaro, quello diffuso oggi dai vertici della kermesse. A cui, evidentemente, non sono bastate le scuse di Von Trier, giunte via agenzia France Presse qualche ora dopo le deliranti dichiarazioni su temi ovviamente sensibili come il nazismo e il  suo rapporto con l’ebraismo. E quella frase scritta nella nota ufficiale “con effetto immediato” fa capire che il regista, a questo punto, qui a Cannes non deve più parlare in pubblico. Malgrado la sua pellicola resti in concorso: anche per non penalizzare i tanti talenti che vi hanno lavorato. “Ma se il film vincesse qualche premio – ha precisato il presidente Gilles Jacob – è meglio che non venga a ritirarlo”. Nessuna censura, però, chiariscono gli organizzatori: in un luogo simbolo della libertà creativa come un grande festival cinematografico internazionale, in cui vengono presentati film di ogni genere e di ogni tendenza, abusare della libertà concessa è uno smacco particolarmente grave. Come si capisce da quel passaggio del comunicato in cui si sottolinea come il festival offra agli artisti del mondo intero una tribuna eccezionale per presentare le proprie opere e difendere le libertà di espressione e di creazione: approfittare di una tribuna mediatica così per fare, anche solo per gusto di provocazione, dichiarazioni di simpatia a Hitler, è una scelta davvero infelice. Von Trier non è il primo e l’unico ad inneggiare ad Hitler. Così lo stilista John Galliano, che per le sue esternazioni antisemite e filo Hitler è stato licenziato dalla maison Dior. O ancora Mel Gibson, arrestato tempo fa da ubriaco, che si era lasciato andare a insulti contro gli ebrei.

Redazione

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