Il padre di Andrea Barone: “Non è vero che mio figlio facesse quei giochi lì”

“Non è vero che mio figlio facesse quei giochi lì”. Ad affermarlo è Alessandro Barone commentando la foto, postata dal figlio Andrea sui social con la didascalia “La morte non mi fa paura, la guardo in faccia”, in cui si trova vicino al cornicione di un palazzo. “Quella è una foto di un paio di anni fa. L’ha scattata assieme a un amico sul terrazzo del centro commerciale U2 di Cusano Milanino, dove abitiamo. Era il luogo dove si trovava con la sua compagnia. Se uno andasse dall’altra parte vedrebbe che un paio di metri sotto c’è un grande balcone”. Il padre di Andrea Barone in un’intervista a La Stampa punta il dito contro le misure di sicurezza. “Mio figlio non ha scavalcato muri o cancellate, nessuno della sicurezza gli ha impedito di salire sul tetto e non c’erano grate a coprire il condotto in cui è caduto”.  Andrea Barone è morto a soli 15 anni dopo essere precipitato dal tetto del centro commerciale Sarca a Sesto San Giovanni (Milano), sul quale era salito per scattare un selfie. “E’ caduto per decine di metri, senza nemmeno che ci fossero grate intermedie”. “Sono andato a vedere. Mio figlio non ha forzato porte per salire su quel tetto. Ha preso l’ascensore o la scala mobile fino all’ultimo piano dove c’è un parcheggio. E’ passato attraverso una porta aperta, ha salito tre gradini di metallo e poi altri tre fino al terrazzo. Alessandro Barone ricorda il figlio: “Aveva tanti amici, la fidanzatina… Gli piaceva giocare a pallone, era un ragazzino come tanti”. Il ragazzo stava ripetendo il primo anno all’istituto tecnico Eugenio Montale. Già capitano della squadra di calcio degli Allievi del Bresso, centrocampista di corsa e di piede, quest’anno si era preso una pausa dal pallone. Uno zio di Andrea domanda un aiuto: “Far sapere all’Inter se può sostenerci per fargli un regalo, mandando un giocatore a salutarlo”.