Testimoni dichiarano che Paolo Cugno era manesco

La morte di Laura Petrolito si poteva evitare? E’ uno degli interrogativi che assalgono la mente delle persone vicine alla ragazza massacrata dal giovane compagno e gettata in un pozzo. Il rapporto tra la ventenne e Paolo Cugno pare non funzionasse da tempo. A Canicattini Bagni la cosa pare fosse nota a molti.

A quanto scrive la stampa locale c’erano c’erano dissapori tra i due. Discussioni che avrebbero lasciato intendere ad una fine della relazione. Potrebbe essere questa la causa scatenante del delitto. Ci sarebbero testimoni che avrebbero riferito agli inquirenti che Cugno fosse manesco e violento nei confronti della Petrolito. A sostenerlo in particolare una zia della giovane mamma.

“Sono stato io”

Il bracciante agricolo alla fine ha confessato. L’uomo ha ucciso la compagna e poi ha provato ad occultarne il cadavere in fondo ad un pozzo artesiano nelle campagne di contrada Tradituso, tra Noto e Canicattini Bagni. Non sarebbe neanche riuscito perfettamente nel suo intento.

Cugno sarebbe crollato dopo ore di interrogatorio, inchiodato alle sue responsabilità. I sospetti erano caduti infatti su di lui, l’ultima persona che avrebbe visto Laura Petrolito sabato sera. Alla base della tragedia ci sarebbe stato un litigio, l’ennesimo, finito con la morte della ragazza.

Il bracciante si è accanito su Laura con numerose coltellate su quasi tutto il corpo. Due bambini ora piangono, cercano la loro madre che non tornerà più. Il secondo avuto dalla relazione con Cugno ha solo 8 mesi. L’assassino risponde di omicidio. E’ stato sottoposto ad interrogatorio da parte del sostituto procuratore di Siracusa Marco Dragonetti, titolare delle indagini. Per lui è scattato lo stato di fermo.

A lanciare l’allarme era stato il padre della vittima. Temeva fosse successo qualcosa di brutto. Laura e Paolo non erano rientrati a casa. Erano usciti a fare una passeggiata dopo aver lasciato il figlioletto in custodia al nonno. L’uomo piange da quanto ha appreso la terribile notizia.