Conoscere la tecnica dell’olio colato in un corso di massaggio ayurvedico

Il benessere che viene garantito da un massaggio effettuato con olio caldo è tale da rilassare sia il corpo che la mente: si tratta di un trattamento di tipo ayurvedico che è in grado di garantire effetti positivi a livello sensoriale, determinando non solo un ringiovanimento complessivo, ma anche il recupero della vitalità essenziale dell’organismo, almeno secondo la medicina indiana antica. In occasione di un corso di massaggio ayurvedico, dunque, si può avere l’opportunità di imparare il rituale Shirodhara e di entrare in contatto con le sue peculiarità: un trattamento che vuole infondere energia e che si basa sull’impiego di olio caldo, sia per agevolare la riduzione delle contratture dei muscoli che per combattere l’invecchiamento. Come si mette in pratica la tecnica dell’olio colato Come si può apprendere in un corso di massaggio ayurvedico, il trattamento dovrebbe essere effettuato almeno tre o quattro volte alla settimana di primo mattino: dovrebbe essere, insomma, il primo massaggio della giornata. Lo scolo di olio caldo deve fare sì che il prodotto finisca sulla fronte; la durata deve andare da un minimo di 20 a un massimo di 60 minuti, così che l’unzione sacra offra i suoi effetti come previsto dal rituale ayurvedico. Nel momento in cui un operatore fa scorrere l’olio oscillando il contenitore in cui è presente il prodotto, è un altro operatore a eseguire il massaggio e a occuparsi delle manipolazioni, che devono essere il più possibile continue e lente. La tradizione, infatti, prevede che il massaggio ayurvedico debba essere eseguito a quattro mani, anche se non è raro che nella realtà dei fatti sia un operatore solo a gestire tutte le fasi. Lo Shirodhara e il Dhara-patra Nello Shirodhara chi riceve il massaggio deve essere sdraiato in posizione supina su un tavolo speciale, il cosiddetto trono dell’olio: esso è contenuto nel Dhara-patra, un recipiente specifico al cui interno è introdotta una cordicella annodata. Uno dei due capi della cordicella fuoriesce dal contenitore, in modo tale che l’olio possa essere versato: è importante che la sua temperatura sia sempre tenuta sotto controllo, così da verificare che non sia eccessivamente calda. Nella zona in cui è presente – secondo la tradizione indiana – il terzo occhio parte il flusso: si tratta dello spazio tra le sopracciglia, sulla fronte. Nel momento in cui viene stimolato tale segmento corporeo, vengono aperte le porte energetiche dell’Ajna Chakra, il sesto chakra, che è quello coinvolto nella meditazione, nell’immaginazione e nella capacità di usare l’intuizione per andare oltre le apparenze. Per quel che riguarda la scelta dell’olio da impiegare, ce n’è di diversi tipi: in genere sono oli che provengono da piante orientali e che hanno lo scopo di rendere il massaggio ancora più intenso. In determinate circostanze, comunque, vengono applicate delle miscele di oli differenti ricavati da piante di origine europea. In linea di massima si fa riferimento all’olio di avocado, all’olio di mandorle o all’olio di sesamo, che vengono messi a scaldare a bagnomaria: ciò che conta è che non entrino in contatto con una fonte di calore diretta e che siano conservati in un ambiente fresco.