Milano. Fermata Lara Bombonati “Khadija” per sospetti legami con terroristi

La Digos di Alessandria ha fermato una milanese di 26 anni per legami sospetti con il gruppo Hayat Tahrir al-Sham, l’organizzazione per la liberazione del Levante. Lara Bombonati abitava a Tortona con alcuni parenti. Per l’accusa si sarebbe radicalizzata per diventare una foreign fighters.

“Non ho ancora avuto modo di conoscere il contenuto degli atti – afferma il suo difensore -, restiamo in attesa di sapere quando sarà fissata l’udienza di convalida”.

Lara Bombonati: chi è

Sarebbe venuta in contatto con un gruppo di maghrebini. Da almeno tre anni è diventata Khadija. Poco più che ventenne, dopo aver lasciato la casa dei genitori di Garbagna si è convertita all’Islam. Prima di radicalizzarsi alla causa jihadista. A Tortona, sino al 2014, si faceva notare perché portava il velo integrale. Con il marito, Francesco Cascio, originario di Trapani e islamizzato Muhammad, venivano descritti come una coppia chiusa. Ai genitori, prima di partire per la Turchia, i coniugi avevano detto: “Andiamo a studiare il Corano”. Poi si erano perse le tracce.

Lara Bombonati, 26 anni, nata a Milano, è stata fermata dalla Digos di Alessandria su ordine della Procura di Torino per terrorismo. E’ reclusa alle Vallette di Torino, reparto alta sicurezza. Era tornata nell’Alessandrino lo scorso inverno, dopo essere stata arrestata in Turchia a gennaio ed espulsa. Abitava a casa della sorella a Tortona. L’ultima residenza accertata è a Istanbul, quartiere Fatih. Dalla Turchia, scrive la Procura di Torino nel decreto di fermo, Lara e Francesco erano partiti “per trasferirsi nei territori di guerra in Siria”. I genitori, dopo vani tentativi di mettersi in contatto con loro, hanno denunciato la scomparsa il 13 ottobre 2016.

Il marito italiano morto combattendo in Siria

Lara-Khadija è indagata “per aver partecipato a un’associazione che si propone il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo… facendo parte del battaglione qaedista”. Francesco-Muhammad sarebbe morto combattendo in Siria lo scorso dicembre. Per gli inquirenti la ragazza sarebbe stata una “staffettista”. Avrebbe “fornito sostegno alle famiglie dei combattenti del gruppo rimasti uccisi e accompagnando il leader della milizia Abu Mounir”.

Espulsa dalla Turchia e tonata a casa, Lara avrebbe raccontato a un familiare che Francesco sarebbe morto “da martire”. Gli inquirenti la accusano di aver partecipato recentemente al gruppo terroristica Ha’yat Tahrir Al-Sham, che il 28 febbraio 2017 rivendicava gli attentati contro strutture civili e militari a Homs e Damasco. Sempre Abu, il capo, le avrebbe affidato il compito di custodire e trasferire i documenti riservati dell’associazione dalla Siria alla Turchia e viceversa. Sarebbero stati istruiti a non farsi trovare. Nel dicembre 2016, l’utenza telefonica della giovane viene localizzata nei pressi del valico frontaliero di Karbeyaz. Prima di entrare in Siria, al confine turco, i due italiani erano stati “addestrati a non parlare” e a tollerare “il rischio di arresto fino a farsi ammazzare”.