Il cibo nell’esperienza della tradizione contadina: un viaggio tra Economia rurale, Cultura e Territorio

Il cibo nell’esperienza della tradizione contadina: un viaggio tra Economia rurale, Cultura e Territorio nel progetto che si è svolto all’Ipseoa “E. Gagliardi” di Vibo Valentia.

dirigente scolastico PuglieseUn viaggio tra economia rurale, cultura e territorio, attraversato  dall’esperienza millenaria nella tradizione  contadina, che nonostante la feroce industrializzazione dell’ultimo secolo, ancora resiste e fa sentire la sua anima sul territorio del Vibonese, in particolare nell’area del Poro. Questo percorso ha contrassegnato un progetto che si è svolto all’Ipseoa “E. Gagliardi” di Vibo, rivolto agli alunni che frequentano il Corso serale. Presentato dal dirigente scolastico Carlo Pugliese e introdotto da Nicola Rombolà (docente responsabile del progetto), si sono svolti quattro incontri nei quali docenti, studiosi del territorio ed esperti hanno tracciato un dialogo tra la storia, la cultura, l’uomo e il cibo.

Prof. Saverio Di Bella Ipseoa “E. Gagliardi” di Vibo Valentia

I partecipanti hanno potuto allargare e approfondire la propria visione del territorio con la nuova consapevolezza che ogni possibilità di tracciare il futuro non può prescindere dal legame tra terra-cibo-salute che si genera quando l’economia si declina con l’ecologia. Nel cibo che gustiamo e che ci nutre deve essere compreso la cura dell’ambiente e del territorio, e il rispetto di chi si dedica con amore e passione. Attraverso questa attenzione e sensibilità, oltre ad essere convivialità, il cibo crea identità locale e diventa linguaggio e stile di vita: così la coltura si traduce con cultura.

Il percorso è stato scandito da quattro incontri che si sono svolti durante il mese di maggio. A aprire il prof. Antonio Pugliese (Ordinario di Clinica Medica veterinaria all’Università di Messina)  che si è intrattenuto sulla civiltà la cultura contadina: in particolare sottolineando il rapporto “uomo-cibo-animale nella tradizione locale del Monte Poro”. Nel secondo incontro è stata Carmen Maruca (esperta nutrizionista) ad affrontare il rapporto tra “Cibo, salute e cultura dell’alimentazione” analizzando le proprietà nutritive e salutistiche nella tradizione che ha dato vita alla Dieta Mediterranea. Lo studioso e scrittore di storia locale Gaetano Luciano, invece ha tracciato un ampio sguardo sui beni culturali e ambientali nell’identità locale; mettendo a fuoco il valore storico-ecologico del cibo. Infine nell’ultimo incontro, il prof. Saverio Di Bella (storico, professore emerito all’Università di Messina ed ex parlamentare del Senato della Repubblica), ha fatto un viaggio nella storia del Mediterraneo tra il lontano passato e il presente, dai siti archeologici agli antichi sapori.

Il progetto è stato rivolto agli alunni che frequentano il Corso serale. Si tratta di una novità assoluta nella storia di questo corso e i partecipanti hanno vissuto con grande interesse i diversi incontri, intervenendo e aprendo delle discussioni su alcuni temi cruciali come l’ambiente, la salute, la contaminazione alimentare, il valore del cibo e del lavoro di chi è protagonista nella coltivazione della terra, come i contadini. Questioni che hanno coinvolto anche i diversi docenti, creando un dialogo tra gli ospiti e la scuola. Inoltre non va trascurata, in un ottica di investimento futuro nel campo enogastronomico, che si è creata – e continua a crescere – una rinnovata sensibilità verso quelle che venivano definite le vocazioni e le identità locali. Per questo motivo il percorso ha inteso far riscoprire/restituire un valore storico-culturale e alimentare ai cibi della tradizione, attraverso la conoscenza del territorio e delle sue identità che affondano le radici nel millenario mondo della civiltà contadina. Il cibo ha da sempre generato significati e legami su diverse dimensioni, da quello materiale, a quello culturale e spirituale-religioso: si pensi al pane, al vino e all’olio. Un ritorno al passato significa guardare al futuro, alla luce dei gravi problemi di carattere economico, ecologico e sociale. Preparare un piatto con determinati prodotti agricoli, significa anche comprendere una visione in cui dialogano economia rurale locale, sviluppo delle risorse del territorio, tutela della salute e salvaguardia dell’ambiente.

In questa luce illuminante è stata la lezione del prof. Saverio Di Bella su un tema molto affascinante, che ha abbracciato il passato più remoto alla realtà viva dei territori. Attraverso  un ampio excursus  lo sguardo è stato proiettato nel lungo periodo, facendo rivivere alcuni avvenimenti significativi che hanno segnato la storia dei popoli del Mediterraneo, con i prodotti della tradizione locale sia della Calabria che del territorio del Vibonese, con particolare attenzione all’area del Poro. Lo storico, con alle spalle importanti studi che hanno raccontato la storia del territorio (esperto soprattutto nel campo della storia della criminalità) ha fatto emergere il significato simbolico, religioso, materiale ed etico del cibo e del lavoro dei contadini, richiamando l’attenzione dei presenti sull’importanza di maturare consapevolezza e coscienza per difendere l’ambiente e il territorio dall’aggressione che è stata fatta negli ultimi tempi sia dal modello industriale-consumistico, che da ogni forma di inquinamento che va a contaminare la bontà e la sacralità del cibo, mettendo così a rischio in particolare la salute dei bambini. Partendo dai miti presenti nella tradizione greca e facendo riferimento anche ai racconti che sono presenti nella Bibbia, il professor Di Bella ha illustrato con esempi presi dalla viva quotidianità il forte legame tra il lontano passato e la cultura materiale dei contadini, vivo fino a poco tempo fa nei gesti quotidiani come quello di preparare il cibo. È fondamentale riascoltare quella voce, ha spiegato lo storico, per salvare l’umanità. E’ necessario che si ritorni a quel modello economico, culturale e spirituale, altrimenti se si continuerà ad inquinare la terra, come madre di tutti gli esseri viventi, l’umanità si autodistruggerà, in quanto è venuta meno la coscienza etica del vero bene e di quei sentimenti che hanno costruito le grandi civiltà del passato.  Aspetti questi che erano stati richiamati con passione anche dal prof. Antonio Pugliese, che nell’incontro di apertura del percorso, ha svolto una relazione sull’importanza che ha assunto la civiltà contadina nella storia del territorio, sia sotto il profilo economico che storico culturale, in particolare per la sensibilità ecologica insita nella tradizione che ci hanno lasciato in eredità i contadini nei millenni precedenti. Il prof. Pugliese in merito ha pubblicato di recente un importante libro dal titolo “La civiltà contadina in Calabria. Il recupero della memoria”. Invece la storia della dieta mediterranea e il valore nutritivo e salutare che ha assunto questa dieta, diventata patrimonio immateriale dell’umanità, è stata al centro della conferenza svolta da Carmen Maruca alla luce anche degli effetti nocivi dei cibi industriali e sugli errati stili alimentari. Inoltre il tema delle identità locali e territoriali, con uno sguardo ai prodotti tipici sul territorio del Poro e anche della tradizione artigianale di Soriano, è stato affrontato nell’incontro che ha avuto come interlocutore lo scrittore Gaetano Luciano (autore di diversi testi che affrontano la storia locale), tracciando un legame tra storia locale, cultura, territorio e cibo.