Inaugurato “Il Paese del fanciullo”. In primo piano i diritti dei bambini e le arti

Inaugurato il “Paese del fanciullo”. Un evento senza precedenti nella piccola frazione di San Nicola de Legistis che ha messo al centro i diritti dei bambini. La designazione da parte dell’Amministrazione comunale di Limbadi, domenica pomeriggio, alle presenza di tantissimi cittadini e di una moltitudine di bambini.

Ci sono eventi che riescono a coniugare diversi messaggi e assumono un valore che oltrepassa il fatto in sé. E’ il caso della cerimonia di inaugurazione del “Paese del fanciullo”, che si è svolta nella piccola comunità di San Nicola de Legistis, scandita dalla musica, dalla danza, dal canto e dalla poesia, le arti più antiche che per i greci costituivano il fondamento per educare i giovani alla bellezza e al bene, ma soprattutto dalla salvaguardia dei diritti dei bambini. Come è nato un simile riconoscimento che non ha precedenti? A partire dal 2009, anno del ventennale dell’approvazione della Convezione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, è stata avviata, dalla Parrocchia di San Nicola e dall’associazione culturale Alighistos, una campagna per la promozione della dignità dei bambini, con un dibattito sui problemi, sulle ingiustizie, e su ogni forma di violazione dei principi sanciti nella Convenzione. Così è nato il “Mese del fanciullo” (6 dicembre – 6 giugno)  giunto alla settima edizione, affiancato dal progetto “Apostoli dei fanciulli”, il cui spirito è stato quello di allargare lo sguardo a tutte quelle realtà regionali e nazionali per dare voce a coloro che sono impegnati nel dare risposte concrete  alle diverse forme di disagio che vanno a ricadere sui più piccoli, la categoria sociale più indifesa e più fragile. In questo impegno e responsabilità umana ed etica, la salvaguardia dell’ambiente per la difesa della salute dei bambini, ha assunto un valore importante, alla luce dell’inquinamento e della constatazione (proprio nella nuova era dell’antropocene, l’epoca geologica attuale nella quale all’essere umano e alla sua attività sono attribuite le cause principali delle modifiche territoriali, strutturali e climatiche) che anche la terra è una creatura che ha bisogno di cura e amore, come non si stanca mai di ripetere papa Francesco.

Questi sono i motivi che hanno spinto l’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Pino Morello, su proposta della Parrocchia di San Nicola, dell’associazione culturale Alighistos e portata avanti dall’assessore alle Politiche Sociali Rosanna Solano, a designare la piccola frazione di San Nicola de Legistis come “Paese del fanciullo”. Una attestazione al fine di partecipare alla costruzione di un mondo che sia rispettoso dei diritti dei bambini e della loro integrità, come è sancito anche nella Costituzione italiana e soprattutto, nel messaggio evangelico, perché Gesù mette in primo piano l’accoglienza e il sacro rispetto dei più piccoli, per la salvezza di ogni essere umano, e in particolare di chi si dichiara cristiano.

La manifestazione, contrassegnata dalla cerimonia che ha scoperto la targa segnaletica (che accoglie chi arriva nella comunità con “Benvenuti a San Nicola, Paese del fanciullo”) si è svolta nel pomeriggio di domenica 14 maggio. Nell’occasione è intervenuto il sindaco Morello che ha sottolineato l’importanza che assume questo evento, in quanto contiene un valore che la comunità di San Nicola lancia a tutto il mondo. A spiegare il significato della cerimonia, don Francesco Pontoriero, parroco di San Nicola, che ha voluto sottolineare il significato cristiano della tutela dei bambini. Inoltre il presidente dell’Associazione Alighistos Nicola Rombolà, ha messo in rilievo il significato che riveste il riconoscimento, dopo l’impegno profuso in tutti questi anni da tutta la comunità per la difesa dei diritti dei bambini, un’opera che verrà ulteriormente intensificata, perché “solo attraverso gli occhi dei più piccoli – ha sottolineato – si può sperare di costruire un futuro non più segnato o rassegnato alla sistematica violazione dei loro diritti e alle tante ingiustizie che vanno a colpire la fasce più deboli della società”. Il corteo poi si è spostato nell’area del campetto dove si è svolta la messa dedicata ai bambini, concelebrata da mons. Giuseppe Fiorillo (coordinatore di Libera Vibo) e da don Francesco Pontoriero (parroco di San Nicola-Calimera). Durante l’omelia, mons. Fiorillo ha messo in luce il grande valore umano, spirituale e religioso che assume il rispetto del bambino e ha citato in proposito la locuzione latina “Maxima debetur puero reverentia”, al fanciullo si deve il massimo rispetto (Giovenale, Satire, XIV, 47): “In una piccola frazione c’è questo importante segno, un messaggio che mette al centro i bambini che vengono maltrattati, che sono posti ai margini e sono i più fragili”. Ogni comunità, ogni società, ha spiegato mons. Fiorillo, dovrebbe porre al primo posto la tutela e dignità dei bambini, “invece ci troviamo di fronte ad un sistema che crea ingiustizie e violazioni dei diritti fondamentali e a soffrirne in modo particolare sono proprio l’innocenza dei più piccoli”.

 La festa è entrata nel vivo al termine della messa con un suggestivo spettacolo di coreografie da parte degli allievi del Centro studi danza “Arabesque” di San Calogero, diretto da Liberata Occhiato, che hanno messo in scena tematiche di grande importanza, sia contro ogni forma di violenza nei confronti dei bambini che delle donne, ma anche momenti di “spensieratezza” che dovrebbero vivere i bambini. Le danze degli allievi, quasi tutti bambini, hanno creato molta emozione e suggestione nei tantissimi presenti.  Anche Sant’Agostino elogiava l’importanza della danza per la crescita spirituale: “Lodo la danza perché libera l’uomo dalla pesantezza delle cose e lega l’individuo alla comunità. Lodo la danza che richiede tutto, che favorisce salute e chiarezza di spirito, che eleva l’anima”.

A contrassegnare questo spirito anche il recital  “Tuya. Musica in poesia” con gli artisti e musicisti “Turi e Yaya” artisti poliedrici (attori, musicisti, cantanti e creatori nell’arte della ceramica e della terracotta) che hanno scelto di vivere a contatto con la natura nella loro fucina di Serrata. Nel corso dello spettacolo messo in scena, ci sono state delle letture di brani tratti dagli scritti di Tiziano Terzani e di Erri De Luca sul tema dei bambini e della madre, da parte di Marina Giancotti (medico con la passione della letteratura e della lettura). Infine a sigillare l’evento, l’incontro con la scrittrice Vittoria Saccà, autrice del libro “Cipino e altre piccole storie” che ha spiegato come nasce il suo amore per le fiabe, arte che è maturata nel suo rapporto con i bambini durante il suo insegnamento nelle scuole elementari. Sia il libro di fiabe che un piccolo bambino in terracotta (creato da Turi e Yaya) è stato donato ai sei bambini nati nel 2016 a San Nicola.

Oltre a tutta la comunità, un importante contributo, è stato dato dall’Accademia musicale Amedeus e dal suo presidente Domenico Putrino, che organizza ormai da diversi anni a Palmi, la manifestazione “Gli apostoli dei fanciulli” nella cittadina della Costa Viola. In tutti questi anni che hanno scandito questo percorso sui diritti dei bambini, diverse sono state le associazioni a partecipare, come il circolo Acli “San Nicola”, la Delegazione Vibonese di Italia Nostra, l’associazione Zaleuco onlus guidata dallo storico ed ex senatore prof. Saverio Di Bella, l’associazione musicale “Bach” di San Calogero, il coordinamento provinciale di Libera Vibo, la BCC di San Calogero (ora BCC del Vibonese), e tante altre realtà associative del territorio comunale.