Cos’è il Pidgin

C’è una grande scatola, con tanti denti, che urla se la tocchi. Non è un indovinello, né un’oscura profezia di Nostradamus. Si tratta di un esempio tradotto, di un’espressione Pidgin della Melanesia per indicare il pianoforte. Pidgin è il termine che definisce una lingua nata dal contatto tra due culture, che si sviluppa per motivi di lavoro o di collaborazione. Non è una vera e propria lingua, perché manca di strutture sintattiche e lessicali proprie, e nasce sempre sulla base di una lingua dominante, storicamente l’inglese.

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In generale, il pidgin è una lingua con struttura e forme molto semplici, che nasce per una conversazione funzionale e ridotta all’osso tra persone che non conoscono le rispettive lingue native. La caratteristica principale del pidgin è che, rispetto agli altri tipi di lingua, non ha parlanti nativi: è una lingua che si impara e che si estingue quando non è più necessaria. La lingua su cui si basa fornisce il lessico, cioè l’insieme delle parole, e si definisce lessificatrice. Generalmente, Il pidgin ha vita breve: finite le condizioni per cui deve essere usata, si estingue. Qualche volta invece, sopravvive, e viene tramandata di padre in figlio per una generazione, diventando la lingua nativa di nuovi individui, e in questo caso si parla di creolo. Per poter nascere, un pidgin ha bisogno di alcun requisiti:

  1. L’incontro e la frequenza regolare di due gruppi linguistici diversi;
  2. L’esigenza di stabilire una forma di comunicazione comprensibile a entrambi i gruppi;
  3. La mancanza di una lingua franca, conosciuta da entrambe le comunità;
  4. Un rapporto non paritario tra le due comunità linguistiche.

Quali sono le origini del pidgin?

Il termine stesso, Pidgin, nacque in Cina e si pensa che sia la storpiatura dell’inglese business, affari. I contatti tra le comunità cinese e inglese diedero vita al “chinglish”, usato soprattutto per le comunicazioni di lavoro, e mescolava parole inglesi e cinesi. Le origini del pidgin possono essere marittime (scambi tra popoli via nave), commerciali, militari, come il pidgin nato in Vietnam, e di lavoro, come quello usato nelle colonie imperiali. Il pidgin è uno degli effetti più affascinanti della colonizzazione e ve ne sono di tanti tipi, in tutti continenti, ma può nascere ogniqualvolta c’è il contatto tra due culture e la necessità di trovare un terreno comune per farsi capire e capire. Anche in Italia ci sono molti esempi di pidgin con base sulla lingua italiana, e sono nati per esigenze di lavoro da parte degli immigrati.

Il pidgin nelle colonie

Nei Paesi ex colonie dell’Impero Britannico esistono gli esempi più numerosi di pidgin, che sono nati dall’inglese e dalle lingue locali: i pidgin che si sono sviluppati nell’Oceano Atlantico sono nati tra il 1500 e il 1700 a seguito della deportazione degli schiavi dall’Africa, mentre i pidgin dell’Oceano Pacifico si sono sviluppati grazie ai traffici commerciali tra il 1700 e il 1900. In Africa e nei Caraibi sono nati molti esempi di pidgin, dovuti soprattutto al fatto che, durante la tratta degli schiavi, i proprietari parlavano soltanto inglese e gli indigeni, costretti a convivere, provenivano da comunità linguistiche molto diverse tra loro. Il pidgin quindi non nasce soltanto tra due lingue, ma può mescolare tante lingue diverse quanti sono quelli che lo parlano. I Caraibi sono la culla di molti pidgin: si tratta di idiomi semplificati che si basano sull’inglese, ma che usano tante parole africane o amerindie, e molti di questi sono diventati lingue ufficiali. Ad esempio, il creolo haitiano di Haiti e il papiamento dell’isola di Aruba. Anche in Oceania si svilupparono i pidgin, in particolare intorno al 1800, tra i melanesiani trasferiti in Australia per lavoro: questi pidgin nacquero come lingua comune tra i melanesiani di comunità linguistiche diverse, con il vocabolario inglese che fungeva da base, ma mescolavano tante lingue diverse. Il pidgin delle Hawaii, per esempio, si è sviluppato in Oceania ed è una mescolanza di portoghese, giapponese, inglese e lingue del posto.