Il silenzio, le parole

Il silenzio, le parole Di Vincenzo Calafiore 20 Aprile 2017 Udine ( Le chiavi di casa) Piano e quasi senza accorgemene il sole laggiù, verso il mare sta preparandosi a tuffarcisi dentro come per portare luce e calore al suo grande cuore è come le tue parole che ritornando alla memoria portano oltre che alla speranza anche quella poca ma preziosa, intima felicità che fa guardare la vita a un’altra maniera. Da tempo ormai le nostre mani non si cercano, le labbra sono aride dei baci tuoi e gli occhi non sanno più dove cercare i tuoi affinchè sia poesia o tenerezza che porta a sognare a immaginare e sentire il tuo profumo, il frusciar dei tuoi capelli tra le mie dita. Mi manchi! Mi manca la tua lampada accesa quando leggi, i tuoi doppi cuscini, il tuo respirare lento quel corpo nudo esile, infilato in una sottoveste di seta color viola! Mi mancano le tue labbra che io messo su un fianco mi piace accarezzarne gli orli con l’indice e tu che sorridi mentre ti lasci andare sempre più in quelle emozioni nuove e uguali alla luce che hanno i tuoi occhi. A mezzanotte apro gli occhi e tu sei lì nel centro delle pupille, come un sogno dentro la mente mia! , allungo le mani e trovo il vuoto, mi muovo e sento il freddo dell’assenza. Piano sussurro il tuo nome come a voler rompere un incantesimo, ti chiamo per dirti quanto bella sei, quanto dolce sei. Fossi vento ti raggiungerei in quell’ovunque che sarai con quell’aria da spaesata che hai! Ma poi alla fine vincono sempre loro, le distanze e i vuoti. Mi manchi in quell’armadio vuoto, nei tuoi cassetti e nel bagno dove davanti a uno specchio ti facevi bella con la radiolina accesa prima di uscire di casa. Cammino ogni giorno sulla stessa strada che facevamo assieme fino a quando ci separavamo salutandoci con un bacio, per ritrovarci a sera stanchi e sfiniti, ma felici su quel divano con quei tuoi playd colorati … Ora tutta quella frenesia di rientrare il più presto possibile a casa via via è andata perduta Sono più le ore che passo in un bar con gli amici che piuttosto provare dolore per la tua assenza. Manchi anche a loro, ai miei amici, con la tua risata e con quel tuo modo di tenerti la testa ascoltando discorsi e canzoni sbagliate. Ci sono giorni che non esco e rimango ad ascoltare musica e leggere libri, rimango davanti a una finestra a guardare la folla sperando di vederti spuntare, come di sentire da un momento all’altro una chiave infilarsi nella serratura… e ancora non è accaduto. Chissà dove sei e cosa fai, chissà se mai tornerai!