Cucina naturale. Lo Sciroppo di tarassaco un potente rimedio fai da te per tosse e mal di gola

Con l’arrivo della primavera ogni anno i nostri campi si riempiono di quei fiori gialli (quelli che quando eravamo bambini abbiamo raccolto un po’ tutti), a forma di bottone e più comunemente conosciuti con il nome di tarassaco, soffione o dente di leone. In zone come Pordenone c’è l’imbarazzo della scelta e raccoglierli, non è certo un problema.

Senza scendere nei dettagli delle incredibili proprietà disintossicanti per il fegato, diamo testimonianza di come questa pianta abbia innumerevoli utilizzi nella cucina naturale essendo commestibile in tutte le sue parti, dalle radici, alle foglie,  ai boccioli ed i fiori.

E proprio raccogliendo questi ultimi, quando il sole è alto, nel massimo della loro apertura e lontano dagli eccessi di umidità delle rugiade mattutine e combinandoli con acqua e zucchero che produrremo un “miele” che oltre ad essere eccezionale  come rimedio per i malesseri tipici invernali quali tosse e mal di gola, risulta  ottimo ingrediente da aggiungere nelle prime colazioni.

Questo sciroppo viene usato in diverse occasioni, anche durante i servizi catering, come esaltatore di sapore nella presentazione di taglieri misti di formaggi riscuotendo non pochi successi.

La ricetta

E’ necessario per la ricetta:

  • Circa 200/250gr di fiori ripuliti ( se fossero di più, non ci sarebbero problemi, credetemi)
  • 1kg di zucchero
  • 1 limone
  • 1-1,5 litri di acqua
  • Circa 24 ore di preparazione così suddivise (3 per pulire i fiori se si vuole fare un lavoro veramente certosino eliminando completamente la parte verde,  12-16 di ammollo dei fiori sobbollitti  -meglio se di più-  ed un 5 ore di bolllitura finale per fare in modo che il composto acqua+zucchero si sciroppi).
  • Vasetti per il confezionamento (tipo Bormioli, classici)

Iniziamo con un consiglio base. Raccogliete i fiori lontano da strade trafficate, dobbiamo fare uno sciroppo che poi mangeremo, quindi, cercate zone che valutate a basso tasso di inquinamento.

Pulizia dei fiori: è sicuramente la parte più “rognosa” della preparazione; possiamo affrontarla con diversi gradi di precisione a seconda della nostra predisposizione. La partita, si gioca qua. E’ consigliato eliminare completamente la parte verde dal fiore e dedicare il tempo che ci vuole. Ricordate che “il verde” influisce in maniera decisiva in termini di gusto, anche se, vista la quantità di zucchero necessaria, mai l’amaro prenderà il sopravvento! Occhio comunque che il “green”, si sente!

Per separare velocemente la parte verde da quella gialla potreste aspettare un paio di ore dalla raccolta in modo che il fiore tenda a chiudersi leggermente; ciò faciliterà non poco il compito di pulizia. Attrezzati di coltello praticherete un taglio abbastanza alto rispetto alla base del fiore. Vi renderete conto dopo un paio di interventi di come vi sia una zona precisa dove effettuare quel taglio. Troppo sotto e quindi vicino al gambo ed il verde non si staccherà in maniera omogenea. Un taglio decisamente più alto vi farà guadagnare tempo, avrete un ottimo risultato anche se perderete un po’ di materia prima. C’è poco da fare, saranno le vostre dita le armi necessarie per eliminare il green. Armatevi di pazienza o fatevi aiutare.

Fiori

Una volta puliti i fiori, dovete metterli in ammollo in una pentola con 1 – 1,5 litri di acqua e portare il tutto  lentamente verso la sobollitura (non una vera e propria bollitura energica, una bollitura leggera, tipica delle prime fasi della reazione). L’operazione va fatta a fiamma medio bassa in modo che il procedimento non avvenga in maniera traumatica andando ad influire negativamente sul “rilascio delle  proprietà della pianta”.

Finito il compito, spegnete tutto e lasciate almeno 12 ore i fiori nell’acqua a riposare. Passate le 12 ore, munitevi di un passino per separare il residuo dei fiori dal succo che utilizzerete e che avrà nel frattempo assunto una bella colorazione gialla. Se volete, potete strizzare bene i fiori per recuperare ogni goccia del prezioso nettare.

Aggiungete al succo filtrato 1 kg di zucchero ed un limone tagliato in più parti, compreso la buccia.

Da qui in poi,  inizia la magia. Fuoco lento e lasciare sulla fiamma  fino a quando il vostro composto non raggiungerà una consistenza tipica da miele. Ricordatevi che una volta raffreddato tenderà ad assumere maggior consistenza rispetto al composto caldo, quindi regolatevi. Togliete un pelo prima se avete dubbi, potete sempre rimettere tutto su fiamma. A seconda dell’acqua messa e di quanto vorrete “tirare” lo sciroppo avrete tempi diversi. Attenti però, fiamma bassissima! Può capitare che venga tutto fuori dalla pentola proprio per un  eccesso di fiamma. Immaginate di dover togliere un vaso di miele caldo dai vostri fornelli; proprio un bel guaio, ve lo posso assicurare. Quindi ribadiamo fuoco bassissimo.

Il limone potete anche lasciarlo dentro fino alla fine anche se io vi consiglio di tirarlo via un po’ prima solo perchè a liquido meno denso, è  più facile.

Il tutto andrà poi filtrato e messo nei vostri vasetti che avrete magari “sterilizzato” con la procedura nota della bollitura.

Semplice semplice e buonissimo!

Se vi è piaciuto l’articolo e volete avere altri consigli di cucina naturale, puoi seguire Erica Parpinel nel suo spazio web: Tahin Revolution Food.