Renzi si sente un “bersaglio”, pronto a dimettersi in cambio del voto

Lunedì sarà un giorno drammatico per i dem o meglio per Matteo Renzi. L’ex Premier ha fatto i conti senza la Ditta. Ha pensato di fare il Berlusconi dimenticando di non esser di fronte ad un partito personale ma alla Sinistra Italiana. Il benservito lo ha avuto con il referendum.

Ma la lezione pare non essere servita. Era convinto di portare il Paese alle urne e riuscire a gestire la minoranza dem. Peccato per lui che le minoranze democratiche sono divise sul piano ideologico ma unite da un minimo comune denominatore: l’antipatia per lui. A furia di imporre il Renzi pensiero ha subito l’erosione della base Pd. Ha sbagliato partito. Doveva candidarsi con Forza Italia. L’ex Cavaliere lo avrebbe accolto a braccia aperte!

Congresso Pd anticipato ed elezioni a giugno

Il segretario vuole di nuovo forzare la mano. Dimettersi lunedì e partito in mano ad Orfini fino al congresso straordinario solo nazionale. L’obiettivo andare al voto a giugno. “Non ci sto a fare il bersaglio per mesi” va ripetendo il politico toscano.

Intanto deve fare i conti anche con la “manovrina” da 3.4 miliardi. Da un lato deve dare risposte all’Europa, dall’altro alle promesse elettorali. Niente tasse aggiuntive? Ma dove trovare i soldi?

Tornando al partito, Matteo Renzi punta al voto per non farsi crogiolare e per non dare tempo agli altri di organizzarsi. A D’Alema, Vendola e soci serve tempo per prendersi il partito o per organizzare la scissione. Anche a Forza Italia serve tempo per ristrutturarsi. E Grillo vorrebbe il voto ma in questo momento (leggi caos Roma) rischia di non raggiungere l’obiettivo sperato. Renzi deve puntare il tutto per tutto per il voto…