Certi luoghi

Certi luoghi Di Vincenzo Calafiore 28Gennaio2017Udine ( 100 pagine in una) “Certi luoghi rimangono nell’anima e non c’è niente che basti, non c’è sogno più bello! Questi sono come certi sguardi di donna che ti restano dentro e non li dimentichi più.” Quantunque facessi di tutto per dimenticarla, rimanevo comunque dietro a delle tende di una finestra a guardare la strada da cui lei certo com’ero sarebbe dovuta passare, l’aspettavo come un ladro solo per poterla vedere, così per diversi giorni. Al centro della stanza quasi in forma circolare, ad ogni raggio corrisponde una finestra e tutte sei guardano il mare, c’è il pianoforte sul quale passo ore ad esercitarmi quando non vado al Conservatorio. Di tanto in tanto pensandola suono la nostra canzone: Thi is my song’ ! Una sera di settembre sulla spiaggia di pietra bianca come ogni anno si tenne la festa del mare, di canti e musica. La gente arriva portando con se una candela, seduti sulla sabbia tutti attorno al pianoforte. E’ il 13 settembre e il concerto inizia quando il sole è scivolato piano dietro la linea d’orizzonte; vengono accese tutte le candele … La prima canzone come sempre faccio da quell’anno in poi è: Amapola! Fu l’anno scorso che mentre assieme ai paesani si cercava di rendere stabile la pedana e fissare bene il pianoforte, lei si avvicinò. Occhiali da sole e un cappello a falde larghe bianco in testa, dentro un vestitino leggero che lasciava intravedere tutto; quell’immagine mi è rimasta negli occhi fino a sera. <> Incuriosito lasciai fare agli altri e l’accompagnai fin sul bagnasciuga dove si sedette a guardare il tramonto. <> Vengo chiamato dai miei amici e andando via ci salutammo con una stretta di mano. Camicia bianca a maniche lunghe e fazzoletto di seta blu al collo, un paio di jeans e sandali ai piedi, mi avviai piano sulla spiaggia, già illuminata dalle candele. Prima di iniziare a suonare dissi al microfono: << … questa sera cominceremo la nostra nottata di musica, con una canzone, Amapola! Credo sia una delle più belle canzoni che una volta ascoltata poi rimane in testa. La voglio dedicare a una bellissima donna conosciuta oggi, qui su questa spiaggia, penso e spero che sia tra voi …. E cominciai a suonare, così fino a notte inoltrata, chiusi il concerto con : Thi is my song’ di Charlie Chaplin. Quando la spiaggia si svuotò completamente ripiegai gli spartiti dentro la cartella e tornarono i miei amici con un piccolo trattore e portarono via il piano forte, io invece rimasi sulla spiaggia a fumare una sigaretta. Poco più avanti ci sono degli scogli affioranti con delle nicchie di sabbia ancora calda, mi sdraio in una di queste dopo aver levato la camicia. C’era un gran silenzio interrotto dalla voce della risacca, un canto dolce, e la luna alta nel cielo, distante, lontana, che col suo chiarore appena illuminava il mare e la spiaggia; nel buio da dietro uno scoglio giunse un ciao sottovoce, poi continuò – la ringrazio molto della dedica e per la canzone che hai eseguito con il cuore, mi ha emozionata, mi ha commossa! Aggiungo … perché non viene qui vicino a me così potremo parlare meglio! – No è meglio di no, no questa sera almeno… ti saluto ciao grazie! Rimasi sulla spiaggia, sdraiato a guardare il cielo, il mare e lo vidi alto, un’anima sempre in movimento che a saperlo guardare incanta e lascia magia, invita a sognare, strega coi suoi barbagli; quando lei fece ritorno con un plaid che stese vicino e si sdraiò, rimanemmo in silenzio a guardare il cielo, Restammo così, silenzio interrotto dal nostro respirare lento. Poi non resistendo mi girai e le diedi un bacio lungo quasi fino all’albeggiare…. Una notte così non c’è più stata. Ad ogni luogo il suo mare, i tramonti, le albe che a guardare sembrano tutti uguali, mari e tramonti, albe, vite. Così le donne! Ma se sai guardarle bene, ti accorgi che non c’è ne una uguale, non esiste, ogni donna è come un luogo, un luogo che una volta che hai imparato a conoscerlo e ad amarlo non lo lascerai mai più, così con il mare, conosci il “tuo mare” e non lo lascerai più, perché è lì che hai conosciuto l’amore ed è lì che sempre tornerai ovunque tu ti trova. E così rifai i bagagli e affronti un lungo viaggio per tornare a lei, come l’acqua che corre da un cielo alto per raggiungere e morire tra le braccia da dove un giorno è partita per fare il suo viaggio. Io e lei non ci siamo più incontrati, e io sono sempre qui davanti a una finestra che a guardarla barbaglia gli occhi e mi pare di intravederla le dedico: thi is my song’ !