Tegola per Monte dei Paschi di Siena: è fallita la ricapitalizzazione

Mps comunica di non aver raggiunto la somma di 5 miliardi di euro per deconsolidare i non performing loan e il raggiungimento degli altri obiettivi di rafforzamento patrimoniale posti a base dell’operazione annunciata il 25 ottobre e delle autorizzazioni ricevute dagli organismi di vigilanza nazionali e sovranazionali.

Bond convertiti saranno restituiti

Le obbligazioni subordinate di Mps conferite in adesione alle offerte LME saranno restituite ai rispettivi portatori nei termini indicati nella relativa documentazione di offerta. Il mancato perfezionamento dell’aumento di capitale comporta il venir meno anche dell’operazione di cartolarizzazione definita nel contesto dell’operazione, e del complessivo esercizio di liability management su passività subordinate emesse o garantite dalla banca.

Intervento dello Stato

A questo punto una ricapitalizzazione con l’intervento dello Stato che porterebbe la burden sharing, la ripartizione delle perdite con i privati o potrebbe scattare il bail-in, un salvataggio tutto a carico di azionisti, obbligazionisti e correntisti.

I titolari di conto corrente

I correntisti sono al “riparo” e verrebbero coinvolti solo in caso di bail-in per chi ha depositi sopra i 100 mila euro e solo per la parte superiore a quella soglia. Chi ha una cassetta di sicurezza, così come i titolari di conto titoli, non corre alcun rischio perché la banca svolge il ruolo di custode dei beni o degli investimenti.

Fondi comuni o gestioni patrimoniali

Non c’è alcun rapporto di credito diretto con la Banca. Il patrimonio dei fondi è separato da quello dell’istituto. Nel secondo caso, la banca ha solo una delega per la gestione.

Azionisti

Sono quelli che rischiano di più. Se anche il salvataggio privato riuscisse è più facile che le nuove azioni siano emesse a un prezzo vicino al minimo di 1 euro che non a quello massimo di 24,9 euro, “azzerando” di fatto il capitale esistente.

Il valore delle attuali azioni risiede nel diritto di vedersi attribuita la tranche junior della cartolarizzazione che dovrà cercare di recuperare 27,7 miliardi di sofferenze di Mps. A loro andranno solo i soldi che verranno recuperati una volta rimborsate le tranche senior e mezzanine. Sia in caso di burden sharing che di bail-in, gli azionisti sarebbero i primi a pagare perdendo tutto.

Obbligazioni subordinate

I titolari di bond siete quelli più a rischio di perdite. Nel caso in cui dovesse riuscire il salvataggio privato chi convertirà si troverà in mano titoli Mps, esponendosi alle incertezze sul rilancio della banca, mentre chi non convertirà conserverà le proprie obbligazioni e verrà rimborsato a scadenza. Se però le conversioni fossero troppo risicate Mps potrebbe non trovare i 5 miliardi necessari per evitare l’intervento dello Stato con il conseguente “burden sharing”. In tal caso i bond subordinati verrebbero convertiti in azioni, in questo caso forzatamente, ma a un rapporto di cambio inferiore a quello offerto dalla banca.

Obbligazionisti senior

Gli obbligazionisti più garantiti, che potrebbero essere chiamati a contribuire al salvataggio, dopo azionisti e obbligazionisti subordinati, solo in caso di “bail-in”. Non corrono rischi se il salvataggio privato andrà in porto e neppure in caso di “burden sharing”.