Si è parlato di Sanità a Castellaneta con la Comunità L’Incontro

Castellaneta. “Non voglio fare il don Chisciotte della situazione e la presenza di tanti interessati a questo incontro mi è solo di stimolo per continuare ad andare avanti”.

Ha esordito così Damiano Ottomanelli, presidente della comunità itinerante L’Incontro di Castellaneta, alla conferenza stampa Sanità: azienda o servizio? Ospedali più umani: per sapere“ tenutasi nell’auditorium comunale “7 Febbraio 1985” di Castellaneta.

“Ho voluto questo incontro per far rinascere anche lo spirito di collaborazione, dopo le deficienze che ho notato”, ha aggiunto.

Ottomanelli è da quasi 50 anni in trincea con L’Incontro per una sanità più umana.

“All’inaugurazione del centro dialisi ai primi anni settanta chiesi medici, infermieri e ausiliari non strutturati ma con la sensibilità necessaria per dare un servizio a chi stava meno bene di noi – ha ricordato – Prima i malati venivano sballottati da una parte e dall’altra per i necessari esami e controlli, invece con quella politica del bisogno non si spostò più nessuno”.

“Oggi un malato oncologico, prima di fare la chemio, deve farsi prescrivere l’emocromo, andare al CUP per programmare l’esame, andare al laboratorio analisi per il prelievo, prendere l’esame e portarlo al reparto di appartenenza – ha spiegato – Sarebbe opportuno che se occupasse direttamente l’ospedale. Chi deve fare la chemio ha bisogno di una puntura che prescrive il medico di famiglia, la farmacia non ce l’ha perché costa troppo e lo deve prenotare, con conseguenti attese inutili; sarebbe opportuno non umiliare l’ammalato. Un ammalato grave, inoltre, ha bisogno di essere lavato da un ausiliario dello stesso sesso”.

“Ottomanelli ha un bagaglio di esperienze e conoscenze al servizio della città di Castellaneta e dobbiamo farne tesoro – ha rilevato il sindaco di Castellaneta Giovanni Gugliotti – Insieme dobbiamo fare fronte comune per risolvere i problemi e questo incontro deve essere un punto di partenza per andare nella stessa direzione. Questo ospedale é l’unico del versante occidentale e dobbiamo remare insieme affinché non venga depotenziato o chiuso per questioni di bilancio perché serve 150 mila abitanti stabili tutto l’anno, cui si aggiungono 400 mila presenze giornaliere in estate. Tutelare la salute dei cittadini viene prima di tutto. L’ospedale di Castellaneta è di frontiera e deve avere le professionalità e i macchinari necessari per fare concorrenza a Matera, in altra regione, con maggiori esborsi economici: dobbiamo chiedere maggiori risorse umane per far decollare la struttura, dopo aver avuto l’ospedale di 1° livello”.

“La direzione sanitaria è aperta a tutti, anche alle lamentele – ha detto Michele Lonoce, direttore sanitario dell’ospedale – Mi dovete concedere di difendere il medico, l’infermiere, che umanizzano l’ospedale per ridurre gli errori tecnici del sistema sanità. In una riorganizzazione ospedaliera ci sono cose che non sono chiare per far diventare l’ospedale di 1° livello: occorrono più offerta sanitaria e più reparti e se ciò avverrà i sindaci avranno raggiunto un grande successo. È giusto che dell’iter sanitario di un malato oncologico deve farsene carico l’ospedale”.

“Non siamo sufficienti per stare vicini ai malati, ai loro parenti – ha ammesso Antonio Rinaldi, responsabile oncologico dell’ospedale di Castellaneta – Non è sufficiente la psiconcologa e bisogna comprendere la famiglia in difficoltà che non deve fare tanti giri per risolvere i problemi, ma semplificare i percorsi a ostacoli: è questo che dobbiamo denunciare”.