Un viaggio di gusto da Nord a Sud

5 dolci al cucchiaio tradizionali da riscoprire e tutelare

La nostra cara Italia è ricca di patrimoni da tutelare: monumenti, opere d’arte, piazze, parchi e imperdibili scorci dove il genio dell’uomo incontra la bellezza della natura. Tutelare significa, in questo caso, fare tutto il possibile perché il tempo non si porti via dei pezzi di storia, investire per il recupero delle zone degradate, impegnarsi a mantenere vivo l’interesse e prodigarsi per la diffusione di un’informazione. Ma in Italia c’è anche un altro tipo di patrimonio che rischia di andare perduto, questa volta a causa di una tendenza sempre più forte al conformismo: le nostre unicità regionali. Dialetti, abbigliamento, artigianato tipico e, soprattutto, quella tradizione culinaria che ci contraddistingue e ci rende apprezzati in tutto il mondo.

Non a caso durante il più recente e importante appuntamento dedicato all’alimentazione, Expo 2015, è stata presentata una nuova versione della Piramide Alimentare che, fra le varie indicazioni per un corretto stile di vita a tavola, include anche quella che fa riferimento a quanto appena detto, ovvero all’importanza di mantenere vive le tradizioni gastronomiche. Per farlo è necessario tramandare il più possibile ai figli, invitandoli a cucinare con noi e portando in tavola i piatti tipici della nostra infanzia.

E così, in omaggio alle unicità e alla cucina italiana, abbiamo deciso di ricordare in quest’articolo 5 dolci al cucchiaio tipici e di fare con voi quello che abbiamo definito “un viaggio di gusto da Nord a Sud”. Siete pronti a partire?

Viaggio di gusto

Veneto

Ecco un ricetta tradizionale veneta, ma conosciuta anche in tutte quelle regioni che producono uva e vino: il sugolo. L’ingrediente principale di questa ricetta è, ovviamente l’uva. La più indicata da utilizzare è quella fragola, ma è possibile ottenere un ottimo risultato anche con quella nera da tavola. Il momento migliore per gustare i sugoli è quando sono appena usciti dal fuoco, bollenti, fumanti e cremosi. Versati in una coppetta o tazzina di ceramica, si mangiano col cucchiaino.

La crema d’uva avanzata può essere conservata in frigo per qualche giorno, già porzionata o in una teglia, e consumata fredda. In questo caso la consistenza sarà quella del budino.

Emilia – Romagna

Un dolce d’altri tempi, molto delicato e carico di significato. Il latteruolo veniva, infatti, utilizzato dai contadini romagnoli per omaggiare il loro padrone in occasione della festività del Corpus Domini. Un dolce cucinato, quindi, del periodo di Pasqua e che oggi, purtroppo, è sempre meno presente nelle nostre tavole. Gli ingredienti sono pochi, semplici e, ovviamente, tutti legati all’ambiente contadino: latte, zucchero, uova, vaniglia e farina.

Questo dolce al cucchiaio, oltre a essere buonissimo, è probabilmente l’unico che non viene portato in tavola in coppetta, ma servito in una sorta di teglia fatta con la pasta matta. Questo è lo stratagemma inventato dai contadini per regalare il dolce al padrone senza correre il rischio di non rivedere mai più la loro teglia.

Toscana

Questo budino è diventato ormai solo una preparazione di tipo casalingo. Difficilmente, infatti, potremo trovare il budino di semolino in ristorante o pasticceria. Eppure anche il famoso chef emiliano Pellegrino Artusi racconta questa ricetta in uno dei suoi manuali, indice della bontà e originalità della preparazione. Nel libro “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene” Artusi ci spiega che alcuni sono soliti completare la ricetta aggiungendo pezzi i candito; ma, allo stesso tempo, ci ricorda che, a volte, il troppo condimento guasta! Questo budino, infatti, è squisito da gustare al naturale.

Calabria

Ecco un esempio di dolce al cucchiaio piuttosto moderno ma che è già possibile considerare come una preparazione tipica: il tartufo di Pizzo Calabro. Chi non è mai stato in Calabria avrà forse avuto la possibilità di gustare questo semifreddo nei ristoranti. Servito in coppetta, da solo o affogato, viene solitamente proposto al cioccolato bianco o al cioccolato e nocciola. Chi, invece, è calabrese o ha avuto occasione di fare una vacanza in zona, avrà avuto modo di apprezzare il tartufo nelle sue molteplici varianti i gusto.

Sicilia

Latte di mandorle, zucchero, amido e vaniglia. Solo 4 ingredienti per realizzare il Biancomangiare. Questo dessert, tipico della Sicilia, deve il suo nome al colore degli ingredienti usati nella preparazione: tutti bianchi. Si mangia freddo, dopo una notte di riposo in frigo, e può essere servito sia in uno stampo grande da plumcake, sia in eleganti monoporzioni a forma di budino. Per creare un piacevole contrasto cromatico, solitamente il Biancomangiare viene decorato con la granella di pistacchio. Molto adatte anche le mandole e, per i più golosi, il torrone a scaglie o il cioccolato fuso.

Per concludere citiamo due dolci al cucchiaio italianissimi e vanto in tutto il mondo dei quali, tuttavia, le origini sono incerte e contese fra le regioni: lo zabaione e il tiramisù. Il primo può essere gustato da solo, caldo al cucchiaio, oppure utilizzato freddo come sfiziosa farcitura di torte e frittelle; il secondo è tradizionalmente a base di mascarpone, cacao e caffè, ma può essere realizzato anche con la frutta e il gelato.