Bovalino, catturato il boss Antonio Pelle latitante dal 2011

E’ stato trovato in un’intercapedine realizzata tra la stanza da letto e il bagno della sua abitazione a Bovalino in provincia di Reggio Calabria. Il nascondiglio del boss era ben realizzato. Gli agenti della Squadra Mobile hanno lavorato ore per scovarlo.

Tra i 100 ricercati più pericolosi

Era in fuga dal 2011 anni in cui fuggì dall’ospedale di Locri. Antonio Pelle, 54 anni capo dell’omonima cosca di ‘ndrangheta di San Luca, deve scontare una condanna a 20 anni di reclusione. Il suo nome era nell’elenco dei 100 ricercati più pericolosi.

Era stato arrestato una prima volta il 16 ottobre del 2008 sempre della squadra mobile di Reggio Calabria e del Servizio centrale operativo dopo un anno di latitanza. Anche in quella occasione fu sorpreso all’interno di un bunker super-tecnologico realizzato in un capannone in costruzione nelle campagne di Ardore Marina. All’interno c’era anche un’area nella quale fu trovata una mini piantagione di canapa indiana.

Operazione Fehida

Pelle era ricercato per un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Dda di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione Fehida contro gli affiliati alle cosche Pelle-Vottari e Nirta Strangio. Nella strage di Duisburg furono uccise 6 persone ritenute dagli inquirenti affiliate proprio ai Pelle-Vottari. Pelle, condannato per associazione mafiosa, è ritenuto dagli investigatori “il capo di quello schieramento che ha portato all’omicidio di Maria Strangio nel Natale del 2007 e che ha suscitato la reazione delle cosche opposte culminata con la strage di Duisburg”.

Marco Marmo si era recato in Germania per procurare un furgone blindato e un fucile di precisione che gli erano stati chiesti dalla “mamma”, il soprannome con il quale gli affiliati indicavano Pelle. Il mezzo e le armi dovevano servire per uccidere Giovanni Luca Nirta, capo dell’omonima famiglia e marito di Maria Strangio, assassinata per errore nella strage di Natale a San Luca.