A….. ecco di nuovo il Ponte

aspromonte

b11_2La notte si presentò come un velo nero ricamato d’argento sul viso di una donna, con tante stelle! E’ la “ noche flamenca”, voluta e aperta dai sogni, la notte in cui si animano e prendendo vita passo da uno scenario all’altro decisamente incontrollabili. Sono uno spettatore colto da improvvise esplosioni di colori e di profumi che mi fanno mancare il respiro; e vedo le ginestre, la zagara fiorita e mielosa è una notte in cui forse qualche mio sogno potrebbe realizzarsi finalmente dopo una vita spesa a rincorrerli tutti persi all’ultimo metro di notte frantumata dalle aurore trascorse. Allora che io ricordi, mi ero preparato alla battaglia e affilato parole e pensieri contro un nemico di sempre della mia terra: lo Stato Italiano! Già noi “ Calabresi “ ci sentivamo ostaggi di uno Stato che per secoli ha fatto di noi schiavi tenuti imbavagliati e incatenati, ci siamo sentiti sfruttati, come delle “puttane” messe su strade di grandi comunicazioni a svenderci. Così è stato da sempre, e non abbiamo mai dimenticato che delle “ puttane” in carriera politica per loro personale agio e potere s’erano messe in politica svendendosi ulteriormente e tramando proprio contro la loro terra la : Calabria. Queste serve di Roma, per anni hanno permesso a uno Stato non Stato di fare tutto e di più …. come nella immaginazione collettiva calabrese, abbiamo visto queste attorno a tavole imbandite spartirsi territori e affari sempre a nostro discapito. Ci hanno presi per il culo con la “ Cassa del Mezzogiorno “ una specie di cassa o bancomat comune per gli intrallazzatori prezzolati che pur di fare soldi hanno creato delle cattedrali nel deserto, hanno fatto opere che non sono mai servite a nulla, hanno promesso fabbriche che non sono mai decollate, hanno fatto porti che si insabbiandosi non ne permettevano l’uso, hanno deturpato un paesaggio fantastico, hanno distrutto un tessuto sociale importante con una migrazione nell’eldorado del nord dove siamo stati ghettizzati, siamo stati annessi al Regno d’Italia militarmente e non per plebiscito o libera scelta. Ancora oggi ci sentiamo “occupati” e sfruttati, tenuti immersi in una specie di costrizione che ci permette solo il respirare. La mia terra è meravigliosa! E’ capace di fascinare coi suoi fantasmagorici panorami, coi suoi borghi antichi, con i suoi castelli e boschi fatati ove vive il lupo della Sila, con le sue mandrie di cavalli selvatici, coi suoi fiumi bellissimi che corrono in spettacolari forre.

“ Incredibile week end per i nostri istruttori di Sopravvivenza di Survivre che si sono avventurati con i loro colleghi Angelo Lucchese e Gianfranco Mazzuca in Calabria nelle forre. Queste gole profonde scavate nella roccia calcarea dall’ acqua per migliaia di anni, creando percorsi incredibili, sul fondo del bosco e ancora più giù. Abbiamo preso un volo Bologna – Lamezia Terme dove siamo stati portati a fare una super colazione del luogo. Cornetti giganti ripieni di crema al cedro (agrume del posto), dopo una mezza giornata di prove su una parete dove hanno testato la capacità di Marco e Giorgio di stare sospesi, calarsi, fare nodi sicuri e imparare le nozioni base per un’ esperienza in sicurezza. Quando si affrontano avventure del genere la cosa importante è infatti essere preparati, lucidi, riposati e dare la massima collaborazione a chi ci accompagna che di fatto ha la responsabilità della nostra incolumità. Il pericolo è piuttosto evidente, si è in mezzo a rocce bagnate e si affrontano salti, tuffi, discese. Dopo la prima fase di allenamento superata veloceme ci siamo avventurati nella prima forra che potete seguire nei video … dalla quale siamo usciti a buio completo verso le 18.30 con l’ ausilio di torce frontali e subaquee. Dopo una serata in giro per una sagra di paese abbiamo dormito in una piccola casetta nel bosco riparati dal freddo nei sacchi a pelo visto che eravamo in cima a un monte dal quale si vedeva il mare di questa meravigliosa costa calabrese …!!

Ora torna l’incubo del ponte sullo Stretto! A chi serve? A noi calabresi non serve avere questo ponte che proietterà perennemente la sua ombra su un mare meraviglioso. A noi calabresi, questo ponte non serve se per farlo sarà mutato e stravolto dal cemento un bel pezzo di terra, “ Cannitello “ la costa dei gelsomini! Allora in difesa della nostra terra era nato il “ Comitato per il NO al ponte “ e ora? Ma ci sono quelle “ puttane” che d’accordo con Roma fanno si che questa maledetta idea prenda piede, che si realizzi un’opera che non servirebbe a un cazzo di niente. Roma vuole creare posti lavoro? Lo potrebbe fare lasciando le cose come stanno promuovendo turismo, lasciamo le cose come stanno con quei paesaggi mozzafiato e con le fragranze sospese nell’aria che ti levano il fiato. Lasciamo le cose come stanno, dell’essere accolti dalla disponibilità e dalla cortesia tutta calabrese, dalla grande capacità imprenditoriale dei calabresi che sanno come accogliere un ospite. Vedi, Roma! Noi ci siamo stufati di essere stati per secoli tenuti come “riserva personale tua di caccia”, ci siamo stufati di quei pagliacci arroganti che stando al potere per secoli ci hanno preso per il culo. Se tu intendi veramente ritenerci cittadini al pari di quelli del nord, levaci i bavagli e non tagliarci più le ali, finiscila di intrallazzare con i le puttane calabresi e i loro papponi, parla e progetta con la gente buona e sana che tanto onore ti ha dato in questo tempo sperduto. Se tu Roma vuoi un Sud non più schiavo invece di un ponte che non serve a niente fai e crea le mitiche “ Autostrade del mare “ queste si che creerebbero posti di lavoro. Se tu Roma ci ritieni facenti parte della Repubblica Italiana, non fare vendere ad esempio ( uno per tutti) gli agrumi di altri paesi e fai sotterrare i nostri! Se tu Roma ami davvero come dici questa terra che ti ha dato il nome “ Italia” non permettere più le cattedrali nei deserti, non permettere alle tue puttane di intrallazzare con le nostre puttane. Ma io lo so, tutto si svenerà, tu farai alla fine questo maledetto ponte e tutto passerà sopra noi veloce e nessuno si fermerà più a parlare con noi! Per il potere che importa se noi saremo presi per l’ennesima volta per il culo, che t’importa della nostra dignità e del nostro orgoglio, che t’importa della nostra libertà quando non ci è stata mai restituita? A te Roma che cosa te ne frega se ancora oggi per raggiungere la Calabria ci s’impiega sempre le solite 13/15 ore di viaggio. Che t’importa che per raggiungerla in aereo si dovrà avere a che fare solo con Alitalia (e mi riferisco alla rotta per Reggio Calabria). Cosa manca a noi calabresi? Abbiamo tutto! Che t’importa della nostra storia e della nostra cultura. Che t’importa dei nostri ragazzi che non trovano lavoro da sempre se restano al tuo servizio e sono invece lasciati lì o con l’alternativa di andare ad elemosinare lavoro in altri stati? Roma perché non la finisci di rompere le balle? Noi non siamo una tua colonia!