Di passo in passo

empatia Di passo in passo   di vincenzo calafiore 1 agosto 2016 Udine     In questa mia età imperfetta ho notato che non sono più in grado di sopportare quanto altri parlando cercano di scaricarmi addosso, ma non sopporto più neppure me stesso, io che me ne sono guardato bene dal diventare “uomo lumaca” cioè quel tipo di uomo che si porta tutto addosso, appunto come fa la lumaca. Me ne rendo perfettamente conto che la mia età purtroppo ho solo desiderio di vivere quel tempo che mi è rimasto ( Dio solo sa quanto sia ) lontano dai cosiddetti “ fastidi “ o dai fastidiosi, coloro che in qualche maniera buona o subdola che sia riescono sempre ad ottenere ciò che vogliono o di raggiungere il mero scopo prefisso, poi una volta ottenuto ciò ti mollano in mare aperto. Ma ci sono pure le parole, quelle parole che riescono a riconciliare un’infanzia orfana con l’età nuova; ma anche altre capaci di scardinare le grate della sofferenza, abbandonano i luoghi bui e profondi del rimosso, consentendo ai ricordi di emergere con tutto il loro carico emozionale che il tempo non ha mutato, ma semplicemente custodito. In questo periodo scandito dal canto delle cicale, animato dalle rondini, c’è il tempo di pensare anche di immaginare il prossimo futuro che mi attende e non è un tempo che punta all’insù, l’asticella è rivolta verso il basso, quindi verso il meno di tutto. Rivivo così, e, non sommariamente luci e ombre del presente, di un’età dolceamara che parla attraverso immagini e parole che a volte si sovrappongono, si distinguono forse si alternano, proprio come accade nel sogno. Ho sognato ieri sera di trovarmi in un luogo sconosciuto e che mi era stato portato via lo zaino con tutto il contenuto…. cambio di scena e mi ritrovo assieme a tantissime altre persone ad attraversare un canale quando vidi passare galleggiando parte del contenuto dello zaino che raccolsi anche se inzuppato d’acqua, infine lo zaino ma mancavano i documenti, le carte che permettevano a chiunque di sapere che io ero Vincenzo Calafiore, quando un uomo puntandomi un’arma in faccia mi diceva parole che non capivo e guardando cosa e come si comportavano gli altri lo stesso feci io, quell’uomo arcigno chiedeva e raccoglieva i documenti, quelli che a me mancavano… insomma mi sono svegliato madido di sudore, terrorizzato. Sorseggiando un buon caffè e ne avevo bisogno, ragionandoci sopra mi convinsi che si trattava di nodi irrisolti della mia esistenza! Io li conosco, so bene di cosa si tratta e cioè di fare una grande pulizia di tutta quella zavorra che mi porto addosso che si chiama – amicizia – sono stato un imbecille, un principiante o che ne so pure cretino. La prima domanda che mi sono posto è stata, – come hai potuto credere in tutto quello che ti veniva proposto come buoni sentimenti, onestà, sincerità, correttezza – ? Che stupido sono stato, imperdonabile davvero. Questo evento o meglio questa metamorfosi appena conclusa, mi ha colpito e ferito così in profondità da mettermi in discussione. Può allora che il soggetto adulto sia pronto ad affrontare il compito di riconciliarsi, guardandolo con nuova indulgenza che confuso e insicuro va alla ricerca di nuovi orizzonti? Cioè al fine di ritrovare la parte di sé smarrita, perduta assieme a un’occasione per vivere? Credo che no. Dunque quello che sto cercando di rimuovere ritorna, e talvolta in maniera cruda e crudele, attraverso immagini reali o oniriche, portato dal disorientamento, atmosfere, esperienze di relazione che rinforzano il carico di sofferenza, rendendo sempre più urgente il bisogno di eliminare, sfoltire, gettare alle ortiche la “ monnezza”. Ad aiutarmi in questo è la lettura di “ Dio ci ha creati gratis “ ( il Vangelo secondo i bambini di Arzano ) , aiuta moltissimo. Continua il mio processo di riappropriazione di me, in preda alla rabbia, alla solitudine, all’angoscia dell’essere stato raggirato. E’ una crescita che si esplica anche attraverso una profonda esamina, con la riparazione della propria emotività ferita, ma non vinta dal dolore, ancora sofferente, ma più ricca di empatia. Qualità dell’anima che mi permetteranno di tornare al mondo senza bagaglio!