Lettera aperta su Taranto al presidente del consiglio Matteo Renzi

Oggetto: Ilva è il passato. Il futuro della nostra economia ha bisogno di sostenibilità e innovazione. Agricoltura, turismo, green economy e cultura: «Puntiamo su ciò che abbiamo e sappiamo fare».   Gentilissimo Presidente, scriviamo questa nota per esprimere alcune nostre considerazioni rispetto alle scelte politiche che il Suo Governo sta facendo per il futuro di Taranto. Rappresentiamo una fetta consistente dell’economia agricola di questa terra e sentiamo il dovere di proporLe alcune nostre valutazioni sulla “vicenda Taranto” e di consegnare alla storia della nostra terra una nuova visione possibile e reale per questa parte d’Italia. A nostro parere, non si può parlare di futuro di un territorio fondandolo sul disastro ambientale e sanitario del passato. E’ questa la contraddizione in cui è caduta l’azione politica che in tutti questi anni è stata portata avanti su Taranto: l’Ilva è il passato ed ha compromesso irrimediabilmente l’ambiente della nostra terra e la salute delle nostre genti. Questo, purtroppo, è un dato di fatto e non è più opinabile. Al fine di risolvere una crisi territoriale di così ampia portata, sarebbe opportuno che anche Lei, presidente Renzi, che ha rottamato un’intera classe dirigente, uscisse dal vicolo cieco in cui è finito a Taranto e sciogliesse i “legami d’acciaio” con la vecchia visione dell’economia italiana, fondata sul consumo del territorio e incurante della sostenibilità ambientale. Il futuro è altrove: basta alzare lo sguardo e allungarlo oltre il fumo delle ciminiere. A nostro avviso, ben dieci decreti per tenere in vita l’Ilva costituiscono un caso di accanimento terapeutico, a fronte di una situazione rimasta sostanzialmente immutata. Nel frattempo i parametri economici della nostra provincia continuano a peggiorare: alta disoccupazione, soprattutto giovanile, interi settori in difficoltà, scarsa internazionalizzazione, commercio in sofferenza. Tuttavia, però, apprendiamo da un autorevole quotidiano che Lei, in rappresentanza del Governo, verrà a Taranto il prossimo 29 luglio per “inaugurare il Museo archeologico e affrontare anche le questioni legate all’Ilva oltreché al porto” e che “conferma la linea” su Taranto. Noi non auspichiamo che nessuna azienda chiuda i battenti, né ci strappiamo le vesti per il tentativo (affannoso) di stabilizzare il siderurgico per riportarlo sul mercato. Vorremmo andare oltre, però. Di più: vorremmo che il Governo offrisse una svolta, con strumenti concreti e tangibili. E provasse, assieme alle forze sane di questa parte d’Italia, ad immaginare una Taranto non fossilizzata attorno al rebus Ilva (come succede ormai da quattro anni), ma capace di allungarsi verso un futuro non a senso unico, ma composito, ricco e articolato. Abbiamo risorse, ricchezze, capacità. Dovremmo puntare, di più e meglio, su ciò che abbiamo e sappiamo fare: agricoltura, turismo e cultura. E scommettere sulla green economy, coniugando al tempo giusto sostenibilità e innovazione. Ecco ciò che sta mancando: saper immaginare e costruire un futuro diverso, una visione capace di fare uno scatto laterale e uscire dal solito binario già segnato. Taranto e la sua provincia hanno il mare, il sole, le masserie, le pinete costiere, la Murgia, le gravine, la Valle d’Itria, la terra dei Messapi e del Primitivo e tante “energie” che vanno salvaguardate, valorizzate e promosse. Purtroppo, se tutto continua a girare sempre e in gran parte attorno all’Ilva, anche nel discorso pubblico, sarà difficile schiodarsi da un passato che ha dato molto ma si è preso tutto: salute, ambiente e speranze. Per questo, Le chiediamo con forza di avere il coraggio e la lungimiranza di mettere da parte l’Ilva e cominciare a parlare una lingua diversa. L’inaugurazione del Museo archeologico MarTa è forse il posto adatto per cambiare registro: in vetrina c’è solo una piccola parte dei tesori della nostra terra, mentre tutto il resto è negli scantinati. In fondo è la metafora della nostra Taranto, solo che finora in vetrina abbiamo messo il peggio.   CIA Agricoltori Italiani Taranto (Il presidente Francesco Passeri), Confagricoltura Taranto (Il presidente     Dott. Luca Lazzàro), Copagri Taranto (Il presidente f.f. Dott. Tommaso Battista)Matteo Renzi