Oscià

foto mostra 008 OSCIA’   Di Vincenzo Calafiore 24 luglio 2016- Trieste     Tolmezzo,23 luglio 2016-07-24   Oscià per noi “ terroni “ è un buon saluto, significa tutto, ma di più “ che Dio sia con te “ e lo diciamo all’amico, all’amica. In questo caso  Oscià è propiziatorio di buon cammino, di buone cose, di buon futuro. Chi “ scrive “ come me, è persona schiva, di poche parole, in casa è un gatto che si muove silenziosamente, discretamente, come a non voler recare disturbo, ma è casa propria, ci sono le appartenenze come lo sono le penne, la macchina da scrivere, il computer, la carta, gli appunti, dizionari. Ieri sera, a Tolmezzo presso la Hom Gallery, ha avuto luogo la presentazione della personale della Signora Janet Bet Yosep dal titolo emblematico “ Radici “ ; questo a memoria lo volli io nel precedente incontro tra me, lei e Claudio DeMuro procacciatore di emozioni, allora si discusse molto. Fui io a volere in copertina e come locandina la “ ragazza con la fisarmonica” e lì in quel cortile del palazzo Orgnani-Martina a Venzone ove l’ amico Renzo Marzona presentava “ Terra Madre 1976 2016 “ ; si gettarono le basi della personale di Janet Bet Yosep. Ieri sera dunque, in quel Salotto della Cultura tolmezzina, illuminata a giorno e dai volti degli invitati, noi che eravamo lì a presentarla e dare il benvenuto nel mondo degli artisti al soggetto della serata, quindi il suo battesimo, faceva un caldo infernale, sentivo i rivoli del sudore scivolare dietro la schiena e guardando il pubblico pensai a una grande assente Teresa, pensai alla sua allegria, alla sua maniera unica di non prendermi mai sul serio, intanto che veniva recitata abilmente la mia poesia “ Radici “ che scrissi come fondale alla mostra pensando all’amica scomparsa Teresa è stato emozionante sono uscite lacrime. A mio avviso in quell’aria pregna più di intimità, è avvenuto il miracolo: io sono riuscito a spiccicare emozionato più che mai quattro parole, non era mai successo, mi sono sempre rifiutato da quell’animale solitario che sono, poi ho pensato che questo lo ha voluto Teresa e in qualche modo c’è riuscita, per me un atto liberatorio quasi un battesimo anche per me, ma è stato sempre strano il mio rifiuto di parlare, quando recitai per anni nei teatri i miei monologhi, le poesie, con la mia voce sgraziata e rauca. I quadri ben disposti divisi in cerchia temporale, di grande effetto il colpo d’occhio come una pennellata di tenue e accese tinte nei ricami appesi come davanti a una finestra sul mare davanti. Il pubblico interessato pienamente partecipe alle personali emozioni, intento a guardare a lungo quei quadri, specialmente la ragazza con la fisarmonica dal viso triste! Chiedeva alla neo artista se fossero in vendita, lei non era lì per vendere ma per raccontare il suo lungo viaggio dalla Mesopotamia a Verzegnis, per parlare di se delle sue emozioni, del suo amore per la vita, della sua poesia scritta in versi colorati con i suoi pennelli. L’incontro è andato avanti fino a tardi, quando siamo rimasti solo noi, io e Claudio, Janet e Teresa a continuare a parlare di cultura di progetti, di futuro! Futuro che auguriamo prosperoso a lei, noi della Hom Gallery, che sia felice dei suoi lavori sperando che lo faccia e continui a farlo per amore dell’arte e non per la notorietà o il successo, che potrebbe anche venire, e a cosa le servirebbe se poi questo la svuoterebbe di poesia e armonia? La mostra resterà aperta dal 23 luglio al 13 agosto 2016  consiglio di andare a vederla nelle giornate di lunedi, martedi, venerdi, dalle 10,00 alle 12, 00/ 17,00-19,00 sabato 10,00-12,00 Andateci che ne vale la pena.