Crotone, Pd post voto il commento del prof. Carmine Talarico: chi discute e con chi i candidati per le competizioni elettorali?

partito democraticoSembra quasi paradossale ma le dichiarazioni del dopo voto a Crotone provoca, in alcune realtà molto identificate, una sorta di irritazione.

Il Pd calabrese vive, da tempo, una situazione di abnorme ingovernabilità e tutti coloro che hanno seguito questo costume sono anche tra i protagonisti della sventura che si è abbattuta sul Pd crotonese.

Che la sinistra riformista e i renziani calabresi chiedano le dimissioni di Magorno non è certamente un fatto esclusivamente strumentale.

Che si chiedano le dimissioni di Orfini commissario del Pd romano è ormai un fatto che non ha irritato nessuno.

Il dibattito politico ha le sue performance.

O si trasforma in qualcosa di strumentale ed opportunistico o diventa punto di  partenza per riprendere una strada  dove la democrazia restituisca dignità alla politica.

Non partecipo alla vita del Pd crotonese da tempo e, di recente , ho fatto capolino in qualche riunione.

Ho avuto la netta sensazione che tutto quello che si diceva di assumere come decisione divenisse evanescente il giorno dopo.

L’ultima mia presenza l’annoto in un comitato che doveva dare un contributo sul programma del candidato a sindaco.

Posso garantire che nessuno di quei punti affrontati  e discussi ,con competenza in un gruppo di lavoro composta da tante belle teste con cognizione di causa ,sono stati al centro della campagna elettorale dei dem crotonesi.

Non intendo sapere il perché della esclusione pragmatica delle questioni sottolineate come priorità necessarie per migliorare le condizioni economiche, sociali e culturali della nostra città.

Ma non v’è dubbio che la consuetudine acquisita in questi ultimi anni di una democrazia sospesa e vilipesa fa il paio con la cultura centralistica che ormai spadroneggia in tutto il Paese.

Le sconfitte elettorali del Pd in Italia sono tutte figlie di un forte abbassamento della democrazia dialogante che una volta apparteneva ad un partito fatto di uomini e donne.

Ma anche a quella democrazia decidente dopo approfondita discussione.

E allora domandiamoci chi ha discusso i candidati alla Regione Calabria?

Chi ha discusso il candidato a sindaco di Crotone?à

Quale organismo ha lavorato per individuare le disponibilità di questo o quell’altro candidato?

Ecco che se  si riporta la discussione politica su temi di questa entità  si evita di indicare il nemico interno o esterno al partito, quasi come una caccia al responsabile di turno.

Certo che, come ha scritto Rocco Gaetani, anzi l’on Gaetani a dispetto di chi tiene la pancia piena di rabbia sociale, quando la politica cessa il suo ruolo di mettere insieme più teste per migliorare ogni azione di carattere elettorale la tentazione della superbia, della arroganza e della ignoranza vince facilmente.

Il Pd deve difendere la sua identità politica sapendo che nel confronto e nella pratica del dialogo si cresce insieme.

 In sostanza si deve mettere in atto quello che ogni mattina tanti docenti, dotati di buona volontà e di forte umiltà, mettono in campo.

E cioe’ educare i propri alunni al rispetto degli altri, alla conoscenza della disciplina ma anche al comprendere per mettere tutti sullo stesso livello.

In questo ore anche docenti, ancora arrabbiati per il loro fallimento politico, fanno lezioni morali  su chi ha conseguito  solo diplomi e chi ha avuto la possibilità di laurearsi.

Esercizio che ha il sapore di   chi ha ancora nostalLia  delle età baronali dove la divisione sociale puntava molto alla differenza dei titoli di studio.

Ma ritorniamo al Pd ed ai suoi mali che ormai si trovano parimenti rappresentati in tutta l’Italia.

C’è bisogno di voltare pagina.

C’è bisogno di sostenere e conoscere le ragioni di coloro i quali lottano a Crotone per trovare una identità sociale e lavorativa.

C’è bisogno di modellare un partito dentro i canoni della democrazia.

Sono affezionato, forse nostalgicamente,ad una forma partito dove il confronto era la strada maestra del quotidiano svolgere le funzioni di dirigente e di militante.

Quella era una forma per far crescere tutti.

Lontano da ogni tentazione di indicare soluzioni politiche del futuro credo che chi ha svolto funzioni dirigente abbia il dovere morale di consegnare ai tanti giovani che hanno entusiasmato questa campagna elettorale ed ai tanti militanti che hanno ritrovato la voglia di dare ancora un contributo un partito libero dai vincoli della brutta politica del potere a tutti costi.

Anche se dall’esterno credo che le risorse ci siano e debbano  essere valorizzate.

E la fatica dell’opposizione e della sconfitta elettorale possono essere il nuovo luogo politico dove ridare fiducia a quelli che intendono davvero essere protagonisti del cambiamento nel metodo e nella pratica dell’azione amministrativa.

L’altra cultura, quella della resa dei conti per intenderci, non servirà a nessuno.

Ne’ a quelli che hanno pensato di vincere,né a quelli che hanno la contezza vera della sconfitta.

Chi vuole fare ancora lo struzzo sarà sommerso dagli eventi che accomuna una realta’ così composita e con tante contraddizioni come la città nella quale ognuno di noi vive e lavora.