Brindisi, violenza sessuale su un minore di 10 anni arrestato don Francesco Caramia

Il chierichetto – anni dopo i fatti – ha riferito le presunte molestie sessuali subite dal suo parroco. Un anno dopo la denuncia dal pediatra del ragazzino che all’epoca dei fatti aveva 8 anni, don Francesco Caramia, 42 anni di Brindisi, è stato portato in carcere con l’accusa di violenza sessuale continuata e pluriaggravata.

I fatti risalgono al 2008 e al 2009. La denuncia è stata presentata dal pediatra che per primo ha raccolto le confidenze del bambino. Le indagini sono state condotte dai Carabinieri coordinati dal pm Milto Stefano De Nozza che ha chiesto la misura cautelare, poi disposta dal gip Maurizio Saso. Don Francesco si è fatto sorprendere dai Carabinieri a Mesagne la sera del giovedì santo, mentre diceva messa. A quanto emerso poi dalle intercettazioni ambientali, avrebbe anche tentato di gettare discredito sul ragazzino che avrebbe subito le violenze. A parere dei magistrati, si sono rese concrete e attuali le esigenze cautelari. Le violenze, secondo il racconto consegnato dall’ex chierichetto al gip nel corso di un incidente probatorio, avvenivano anche due volte a settimana, dopo il catechismo. Il parroco, stando sempre alla ricostruzione della presunta vittima, cercava di tranquillizzare il bambino che voleva sottrarsi alle sue attenzioni, dicendo che tutto ciò che avveniva “era per opera di Dio e che quello era solamente amore che voleva ricevere”. Il piccolo ha raccontato il dettaglio degli abusi commentando: “Io capivo che non era una cosa per bambini, mi immaginavo che non era una cosa per bambini, gli dicevo sei grande, lasciamo stare. Qualche volta piangevo”. Il racconto è stato giudicato credibile da un perito. Caramia si è affidato alla difesa all’avvocato Giancarlo Camassa e alla criminologa Roberta Bruzzone.

Nel dicembre scorso Caramia aveva appreso di essere indagato. I Carabinieri si erano recati nella parrocchia di San Giustino De Jacobis, al rione Bozzano, e l’avevano perquisita. Il parroco si era dimesso, il vescovo gli aveva intimato di stare lontano dalle celebrazioni religiose.

Don Francesco, però, a quanto emerge dall’inchiesta, non aveva obbedito facendosi sorprendere dai carabinieri a Mesagne, la sera del giovedì santo, mentre diceva messa.