Retrospettiva di Sandro Pertini raccontata dal prof. Enrico Cuccodoro

Dal ritorno a Turi, luogo della prigionia condiviso con Gramsci, parte una retrospettiva di Sandro Pertini raccontata dal prof. Enrico Cuccodoro nel libro “Il viaggio”, edizioni Esperidi, presentato venerdì 13 maggio nell’Aula Magna dell’Università di Basilicata. E’ stata l’occasione – hanno detto i promotori dell’iniziativa – per ripercorre la storia del Partito Socialista Italiano e della Basilicata, ma anche la funzione riunificatrice che il progressismo socialista può avere nella politica di oggi. Ne hanno discusso il presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella, l’ on. Marco di Lello, segretario della Commissione antimafia e coordinatore dei deputati del Psi, e l’on. Stefano Caldoro, esponente di Forza Italia ed ex presidente della Regione Campania, coordinati da Franco Adamo, presidente dell’Associazione Socialisti e Riformisti lucani, promotore dell’iniziativa.

Tutto riparte da Sud, – è stato evidenziato – da quella città pugliese che aveva visto Pertini condividere la cella con Gramsci, nella quale si inginocchia e piange. Poi ancora Sud, verso Maglie, città di Aldo Moro, proprio dopo la grande stagione del terrorismo. Il terremoto dell’Irpinia e la prima esposizione dei Bronzi di Riace al Quirinale. Tanto sud e tanta preoccupazione per i giovani: “Pertini ha incontrato oltre 500 mila ragazzi – ha raccontato il professor Cuccodoro – per testimoniare non solo la Resistenza e la Costituzione, ma l’eterna attualità dei valori politici. Come diceva il Presidente –ha evidenziato l’autore de “Il viaggio”- la politica non è sporca, solo alcuni politici lo sono”.

Sarà anche per questo che Marco di Lello ha voluto sottolineare che Pertini è l’unica citazione capace di strappare applausi a tutto l’arco parlamentare: un grande comunicatore, popolare e mai populista. Ma come far rivivere lo spirito di quel grande Psi? “L’unico contenitore sembra essere il Pd – ha sostenuto il coordinatore dei deputati socialisti – riforme istituzionali, scuola pubblica, responsabilità dei magistrati, unioni civili sono tutte riforme fatte dal governo Renzi e non solo annunci. Il garantismo craxiano sembra rivivere in queste riforme, ma la nostra ambizione è di influenzare il Pd col socialismo e di renderlo quel grande partito socialista che l’Italia non ha mai avuto. Per riuscirci dobbiamo essere in tanti e non perderci dietro personalismi o correnti” ha concluso il segretario della Commissione antimafia.

Caldoro ha ribadito lo spirito riformista che ha sempre contraddistinto i socialisti ma anche la loro capacità di governare, cosa poco riuscita alla sinistra in generale. Capacità che nasceva da un pensiero moderno e ottimista.

Dalla modernità di Pertini è ripartito anche il presidente Marcello Pittella, per il quale la memoria e la profondità di pensiero vanno trasferite con tecnologie moderne, come la banda larga in tutte le scuole. Citando un’intervista della Fallaci del ’73, ha tracciato un profilo del Presidente degli Italiani come uomo semplice, schietto, che non parlava il politichese e che sanciva, a proposito della carcerazione, di una “giovinezza esaurita nella rinuncia”. Questa “rinuncia” per Pittella consiste in una “politica del fare” per dare risposte ai bisogni. “Non voglio morire di nostalgia – ha detto il Governatore della Basilicata – bisogna provare a costruire e irrobustire la cultura riformista e socialista all’interno del Pd. Dopo 15 anni di immobilismo, Renzi consegna all’Italia delle riforme vere. C’è un po’ di Craxi nel nostro premier. Anche in Basilicata bisogna andare avanti con le riforme – ha continuato Pittella – come quella della sanità o del settore della forestazione, per fare della nostra regione il laboratorio verso il futuro quale già è. Io voglio continuare a parlare ai miei figli di Pertini, Berlinguer e Tina Anselmi per spiegar loro cosa è stato il passato. Per continuare a fare della nostra regione un sistema virtuoso dobbiamo fare squadra e la cultura socialista può recuperare riformisti da una parte e dall’altra – ha concluso il Presidente – anche in vista del referendum d’autunno, vero spartiacque della politica italiana del futuro”.