La Banca Alimentare della Bcc Oribica e Bergamasca: 80 mila euro per i più bisognosi

80 mila euro: questo il plafond messo a disposizione per il 2016 dalla BCC Bergamasca e Orobica per il progetto “Banca alimentare – in prima fila contro la povertà”, iniziativa che dal 2010 ha contribuito a sostenere, ogni anno, oltre 600 famiglie bisognose residenti nei paesi in cui è presente una filiale dell’Istituto di Credito, affiancandosi alle Associazioni, le Parrocchie ed i Comuni. Un progetto che dalla sua nascita ad oggi  ha visto un costante incremento del budget allocato dalla Banca, in corrispondenza con la crescente necessità dei nuclei presenti sul territorio: i 17 mila euro targati 2010 sono infatti cresciuti fino ai 25 mila del 2011, ai 30 mila del 2012, per raggiungere i 50 mila nel 2013, i 60 mila nel 2014 e i 75 mila della scorsa stagione. La cifra destinata a “Banca Alimentare” viene utilizzata per l’acquisto di prodotti di prima necessità indispensabili per il sostentamento: dalla pasta al pane, dallo scatolame agli omogeneizzati, passando per latte, frutta e verdura. Il tutto delegando i referenti delle Associazioni di volontariato, le Parrocchie ed i Comuni partner del progetto ad acquistare, stoccare e distribuire, senza interferire nell’organizzazione degli interventi. Un’azione concreta confermata dai dati della scorsa edizione: 67 tonnellate complessive di prodotti alimentari distribuiti di cui, tra gli altri, 2430 kg di pane, 7200 kg di farina, zucchero e sale, 7830 litri di latte, 4725 confezioni di omogeneizzati e 9720 kg di pasta e riso. Numeri significativi che raccontano un disagio radicato anche nei paesi della bergamasca che, negli ultimi anni, si trovano a fare i conti con ulteriori “SOS” legati al fenomeno delle persone richiedenti lo stato d’asilo. Ad analizzarlo, nel corso della serata di presentazione della “Banca alimentare” (2 Maggio, Sala Convegni di Zanica della BCC Bergamasca e Orobica), Don Claudio Visconti, Direttore Caritas Bergamasca che, in un appassionato intervento, ha fatto il punto della situazione. <<Quando si parla di un fenomeno come quello che, direttamente o indirettamente ci sta toccando un po’ tutti, è innanzitutto opportuno usare i termini corretti. Le persone che bussano alla nostra porta vengono impropriamente chiamati profughi. Si tratta invece di richiedenti lo stato di asilo che hanno due volti diversi: il primo è quello di chi scappa dalla guerra, prevalentemente siriani, di buona cultura e con capacità economiche di tutto rispetto. Utilizzano l’Italia come ponte per raggiungere paesi come la Germania o del Nord Europa alla ricerca di lavoro. I secondi sono invece africani, prevalentemente giovani tra i 17 e i 23 anni, provenienti dal Mali, dalla Nigeria, dal Senegal, ecc. che scappano dalla miseria e dalla fame e vedono nell’Italia il paese del bengodi. Una visione poco realistica dettata dai media e dai dispositivi mobili, a cui hanno accesso e che hanno formato in loro un’immagine non concreta dell’Europa e anche del nostro Paese. Sono questi gli individui più deboli su cui andare a fare informazione e formazione, rappresentando una nuova frontiera della miseria>>. Miseria che costituisce la linea guida del progetto “Banca Alimentare – in prima fila contro la povertà” a cui aderiscono i comuni di Azzano San Paolo, Berzo San Fermo, Borgo di Terzo, Cologno al Serio, Comun Nuovo, Grassobbio, Grone, Levate, Martinengo, Pedrengo, Pognano, Scanzorosciate, Spirano, Stezzano, Torre Boldone, Urgnano e Zanica. <<Tenendo fede a quei principi di mutualità, di attenzione alle necessità del territorio e supporto del distretto che animano da sempre il nostro Istituto – afferma il Vice Presidente Gualtiero Baresi – quest’anno abbiamo ritenuto indispensabile continuare con il Progetto, accogliendo le istanze provenienti dai numerosi volontari – oltre 200 – che hanno a cuore questo problema, per i quali siamo un interlocutore sempre presente. Le persone e il territorio sono la nostra forza; agire per sostenerli fa parte della nostra filosofia. La fiducia totale nella loro attività e quindi la delega ad amministrare direttamente i fondi stanziati ne sono una prova concreta>>.