Il sogno di Francesca Italiano

Accade che la realtà diventa come i sogni. È quanto sta vivendo la cantante di Bovalino Francesca Italiano. Nei prossimi giorni (verso metà maggio) a Padova, su Canale Italia, alla finalissima del concorso canoro Videofestival Live, per la categoria Made in Italy, si contenderà il podio con altri tre concorrenti, interpretando il brano “Feeling good” di Michael Bublè. La giuria, nella finale di Milano Marittima che si è svolta nei giorni scorsi, si è ritrovata di fronte ad un vero talento.

Non è sempre vero che il sogno diventa realtà. Può accadere che il vecchio adagio debba essere riaccordato al ritmo di una nuova musica, nel battito delle note che vengono partorite dalla voce. E a far battere le corde del cuore è il canto, quest’antichissima arte, forse nata prima della stessa parola, che rappresenta il dono più alto che l’umanità abbia ricevuto con la sua creazione, perché eleva lo spirito e unisce la terra al cielo. In questa storia si avvera il classico leitmotiv che ormai, da quattrocento anni, accompagna i pensieri del mondo: “Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”. A forgiare questa “favola” è stato uno dei più grandi creatori di enigmi e indagatori dell’oscurità che si annidano nella psiche umana, William Shakespeare. Quell’accordo di parole è ancora carico di potente, magica e arcana risonanza. Non a caso è stata tessuta nell’ultima grande opera, che rappresenta il suo testamento spirituale, quella in cui la parola non scava, ma diventa leggera come Ariel, uno dei protagonisti della “Tempesta”.

Quel leitmotiv ritorna con prepotenza a raccontarci la sua nuova verità, la verità di Francesca Italiano. Ancora è incredula questa cantante, nata e cresciuta a Bovalino (Reggio Calabria), che sarà proprio lei a partecipare alla finalissima del “Videofestival Live” che si svolgerà nei prossimi giorni a Padova (metà maggio), serata che verrà trasmessa in diretta da Canale Italia. Non ci sperava più di poter vivere una simile emozione. Dopo essersi dedicata anima e corpo alla sua vera passione, che ha coltivato fin da quando aveva otto anni, poi si è dovuta impegnare nello studio laureandosi in Ingegneria Medica all’Università di Pisa, con un master in Ingegneria Clinica. Aveva frequentato anche il conservatorio di Reggio per coltivare il canto lirico, ma dopo esperienze dolorose e negative (come il dramma della perdita del padre) che l’avevano segnata e fatta desistere, la disillusione si era impadronita di ogni suo desiderio e sogno. Se non avevi il santo in paradiso nessuna porta si poteva aprire e quando ha tentato di partecipare nei diversi concorsi, si è accorta che la bravura, la passione, l’amore, il talento, erano una merce che non poteva essere venduta nel mercato dove imperavano mercenari di Sogni che non ti fanno dormire/ sogni che non ti vuoi raccontare/ troppo grandi per poterne parlare/ troppo dolci per doversi svegliare… Erano i “sogni” sognati da Eduardo Bennato, che negli occhi di Francesca sono rimasti per tanto tempo orfani, perché “Ogni cosa ha il suo prezzo/ ma nessuno saprà quanto costa/ la mia libertà, (“Venderò”sempre Bennato).

Nella Storia di Francesca c’è il racconto di una millenaria epopea, quella che risuona nel Mediterraneo e nella terra che l’ha vista “nascere e ardere d’inconsapevolezza”, come uno dei fiumi di Ungaretti, il Nilo, in cui il poeta cento anni fa, ricordava la sua vita girovaga, scoccata sulle rive della grande civiltà egizia, e ne cantava l’accordo profondo con gli altri fiumi che hanno scandito il suo destino di poeta e della sua docile fibra di creatura, mentre riposava nelle acque dell’Isonzo, sul fronte della più grande tragedia umana, la Grande guerra, dove “la morte di sconta vivendo” (Sono una creatura), ma anche dove le “lettere piene d’amore” lo tenevano “tanto attaccato alla vita” (Veglia). E la vita sa aprire porte che appaiono serrate per sempre. E adesso nell’anima e nello sguardo di Francesca vibra il DNA di una eredità, le note che le Muse greche, figlie di Mnemosyne, hanno custodito e preparato per lei nella luce potente della mitica Locride, dove si trasfigurano le antiche vocazioni dello spirito ellenico approdate sulle rive della Magna Grecia, e trasfigurate nel Mito, con i suoi idiomi tragici, epici e lirici, e con quell’etimo che si è fuso, trasfuso e travasato nel sentimento del tempo, non quello di Kronos, ma di Kairos, della presenza sacra e divina che si muta in archetipo, trasmigrando di generazione in generazione, diventando istante in cui si compie o si rompe il tempo nelle onde della memoria. E tutta quell’energia innata, ora potrà irradiare la profonda eco e aprire le ali per tracciare una nuova rotta, solcando le vette del canto e dell’incanto. Negli occhi innamorati di Francesca tutte queste evocazioni sembrano rinascere come i riflessi magici del mare al sorgere del sole, e in cui molti dei suoi pensieri sono annegati.

Il suo canto viveva ormai il disincanto. Ma la sua Musa non l’ha abbandonata. Ha voluto provare senza più illusioni, quasi per gioco, spinta dal suo mentore, con cui condivide una nuova esperienza musicale e sentimentale, Giorgio Seminara. Così la sua avventura è partita dalla sua Bovalino, unica tappa nazionale in Calabria nella categoria “Made in Italy”, e dopo diverse selezioni approda alla finalissima nazionale con quattro partecipanti che si laureano per il “Gran galà televisivo” del Video Festival Live. Ad accompagnare la voce di Francesca in questo lungo ed emozionante suo viaggio, il brano “Feeling good” di Michael Bublè.

Di fronte a tante giovani promesse (circa mille partecipanti) rammenta Francesca, si sentiva fuori luogo, come un’estranea. Il mondo dei concorsi canori, dopo le sue precedenti vicissitudini, era una pagina già chiusa. Ma poi, nell’ultima esibizione, la giuria appena hanno ascoltato e visto Francesca, sono rimasti impressionati, sorpresi e rapiti, e hanno capito di trovarsi davanti un vero talento. La sua interpretazione ha rotto ogni argine. L’argine segna il margine da superare e Francesca, con la sua corrente impetuosa, trascinata dal demone del canto, ha inondato gli aridi campi della perduta speranza e la realtà è diventata sogno. Nel suo racconto, che ha voluto condividere con i suoi amici, si avverte il vibrare delle corde emotive: “Sto tornando da un’esperienza bellissima. Dopo anni di gavetta e 31 anni suonati – rivela – ho deciso di rimettermi in gioco e partecipare al concorso canoro Video festival Live. Non avrei mai immaginato che sarebbe stato così…” Poi racconta: “Alla Finalissima a Milano Marittima ho cantato di fronte a Mara Maionchi, Roberto Turatti ed Elio Cipri e avevo timore di fare cilecca, lo ammetto.. tremavo di emozioni! E vedere un discografico come Turatti  alzarsi in piedi (solo per me) alla fine dell’esibizione e gridare con esclamazioni “gotiche” ahahah, non ha prezzo… Vedere Alessandro Porcella (Direttore Artistico  del Festival) lanciare all’aria i fogli, subito dopo la mia esibizione… Sentire Mara Maionchi dire: – Ma tu dove eri?!… O dopo aver saputo che avevo fatto il provino l’anno scorso a “XFactor”, sentire da lei: – Ma come …. le fanno le selezioni?! – Finalmente a 31 anni ho ricevuto le soddisfazioni che aspettavo da una vita… E’ la mia rivincita morale l’ho già avuta. Sono emozionata per questo grande traguardo raggiunto…. e ce la metterò tutta per non deludere chi mi ha sempre sostenuta e mi vuole bene”. Parole partorite da una sofferta esperienza ma anche dalla gioia e che svelano la sua intensa emozione. Ringrazia in particolare il maestro e amico Costantino Scaglione, Direttore dell’Accademia musicale “ABC” di Bovalino, che ha portato nella cittadina che ha dato i natali allo scrittore Mario La Cava, l’unica tappa calabrese del Videofrstival Live, perché ha dato la possibilità, come sottolinea Francesca, “a me e a tanti talenti calabresi di partecipare a questa importante esperienza”. Ma non dimentica di fare un “in bocca al lupo” a Tatiana Murdaca di Siderno per il risultato ottenuto e con la quale Francesca dividerà il palco a Padova. E non può che essere profondamente grata verso chi le è stato vicino in tutti questi anni, in particolare sua madre Sisa Racco e la sua famiglia, ma anche tutta la gente del suo paese, e poi i musicisti con cui è cresciuta artisticamente e con cui si sta cimentando nel nuovo genere musicale di origine brasiliano, il “Bossa Nova”, con un progetto dal titolo “La voce-Francesca Italiano- Live Music”. Sabato 7 maggio sarà in concerto a Lussemburgo accompagnata da musicisti che fanno parte della formazione di Giorgio Seminara, come Carmelo Gattuso (chitarra classica), Francesco Pochiero (contrabasso), lo stesso Seminara (percussioni) e Andrea Tropea che suonerà il set di strumenti tradizionali calabresi. L’iniziativa è stata organizzata dalla comunità degli emigrati originari di Mammola, per la ricorrenza della festa di San Nicodemo.

Franc Italiano alla finale di Milano Marittima

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