Bolzano, Chernobyl: delegazione bielorussa in visita in Provincia

Una delegazione composta da 15 ragazzi provenienti dalla Bielorussia è stata ricevuta ieri dagli assessori provinciali Richard Theiner e Martha Stocker.

Ieri ricorreva l’anniversario di una delle più grandi tragedie che hanno colpito l’umanità. Sono trascorsi trent’anni esatti dal più grande disastro nucleare della storia. Nell’impianto nucleare di Chernobyl durante l’esecuzione di un test di simulazione di guasto al sistema di raffreddamento del reattore numero 4, avvenne l’esplosione che cambiò per sempre il corso della Storia in questo angolo di mondo nell’Ucraina settentrionale. Una tragedia, data da un mix di problemi strutturali ed errori umani, i cui effetti, soprattutto sulla salute umana nell’area, sono ancora oggi al centro di valutazioni. Dal settembre 2001 è attiva in Alto Adige l’associazione Chernobyl Alto Adige Südtirol onlus: si tratta di un ente senza scopo di lucro che da anni organizza soggiorni terapeutici in Provincia di Bolzano in favore dei bambini bielorussi. Tale ente, durante l’accoglienza, organizza visite mediche generiche e specialistiche, gite e incontri con altri gruppi accoglienti.

“Oggi – spiega Luca Verdi, direttore del Laboratorio di Chimica fisica dell’Agenzia provinciale per l’ambiente – di Chernobyl restano ancora tracce sommarie e praticamente senza particolari modifiche è la presenza di radioattività, in particolare Cesio 137, che decade dopo 30 anni”. In provincia di Bolzano la radioattività è misurata costantemente. “Dopo la tragedia di Chernobyl – sottolinea l’assessore provinciale all’ambiente Richard Theiner – in Europa sono stati istituiti numerosi laboratori di monitoraggio e da allora il pericolo della radioattività si è notevolmente abbassato. Theiner e l’assessora provinciale alla Sanità Martha Stocker hanno ricevuto oggi (26 aprile) a Bolzano una delegazione composta da 15 ragazzi provenienti dalla Bielorussia, accompagnati da alcuni volontari dell’Associazione Chernobyl Alto Adige Südtirol onlus. “Per questi ragazzi – ha spiegato la presidentessa dell’associazione Sara Endrizzi – frequentare un territorio come l’Alto Adige ha una valenza molto importante: significa permettere loro di respirare aria pulita e mangiare cibo sano e ricco di vitamine offerto da queste zone, oltre naturalmente ad aumentare in maniera significativa le loro difese immunitarie nel corso della loro permanenza sul territorio”.