Reti oncologiche e Istituti a rete in Europa e Italia, Saccardi: “Modello che la Toscana ha contribuito a costruire”

“Avere ospitato nella sede della Presidenza della Regione i rappresentanti più accreditati a livello europeo e nazionale in tema di reti oncologiche è motivo di soddisfazione che rende merito a quanto la Toscana ha fatto negli ultimi 15 anni in questo campo specifico, cui ha assegnato un’importanza primaria”. Così l’assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi, aprendo i lavori della seconda giornata dell’incontro europeo dedicato nell’ambito di CanCon (Cancer Control Joint Action) a analisi e confronti sui modelli a rete per l’oncologia. Un incontro organizzato dalla Regione Toscana e dall’Istituto Toscano Tumori.

“La prima risposta che il sistema sanitario deve dare ai malati di tumore – ha detto Saccardi – è la presa in carico globale, cercando dare risposta alle domande che più frequentemente il paziente si pone. Siamo convinti che mettere in rete tutte le strutture di prevenzione, cura e ricerca in campo oncologico sia il primo passo per dare una serie di risposte. Uno dei punti centrali del modello a rete che abbiamo messo in piedi è l’uguaglianza nell’accessibilità alle cure, indipendentemente dal luogo in cui si risiede e dalle condizioni economiche”.

La legge di riorganizzazione del sistema sanitario approvata alla fine dell’anno scorso “nasce proprio dalla convinzione – ha proseguito l’assessore – che le sfide di oggi richiedono di reinventarsi e ridiscutere i processi in sanità. E tra i suoi obiettivi c’è anche la creazione di un nuovo soggetto di eccellenza che nasca dalla fusione tra l’Istituto toscano tumori (ITT) e l’Ispo (Istituto per la prevenzione oncologica) e abbia competenze unitarie nel campo della prevenzione, della cura e della ricerca in campo oncologico. Il nuovo ente gestirà direttamente gli screening, i registri, il monitoraggio dei percorsi, il laboratorio di ricerca di base (CRL) e governerà insieme alle Aziende i percorsi di cura mettendo al centro l’omogeneità dell’offerta, il controllo della qualità, la valorizzazione delle risorse in un’ ottica di programmazione coerente”. L’assessore ha POI ringraziato gli organizzatori e i partecipanti al simposio per il lavoro portato avanti su un tema di grande stimolo e importanza.

Il direttore operativo dell’ITT Gianni Amunni, coordinatore insieme a Lucio Luzzatto della due giorni a Palazzo Strozzi Sacrati, ha poi illustrato il modello toscano di rete oncologica, “un modello che fino a 10 anni fa non era vincente, ma che ha preso piede grazie alla spinta propulsiva venuta da varie regioni tra cui, oltre alla Toscana, Piemonte e Umbria. In Toscana abbiamo creato accessi diffusi nel territorio (prossimità), reso obbligatoria la valutazione di tutti gli specialisti coinvolti (multidisciplinarietà), adottato raccomandazioni cliniche condivise (omogeneità), e definito percorsi di ‘allocazione’ del paziente in funzione della complessità del caso (appropriatezza clinica e organizzazione). Alla base di questo c’è una forte condivisione delle scelte ed un elevato senso di appartenenza dei professionisti. Gli strumenti con cui abbiamo lavorato in questi anni sono un modello organizzativo comune, la valorizzazione dell’offerta periferica di qualità per le patologie oncologiche più diffuse, la canalizzazione della casistica più rara e complessa verso centri di riferimento, il finanziamento regionale della ricerca oncologica, l’ascolto (call center) costante dei bisogni dell’utente. Oggi, si apre una prospettiva di ulteriore evoluzione del sistema oncologico”.

Lucio Luzzatto, che è stato direttore scientifico per 10 anni dell’Istituto Toscano Tumori e oggi risiede in Tanzania dove è tornato a fare l’ematologo presso il “Muhimbili University College of Health Sciences”, ha focalizzato il suo intervento sul lavoro che sta portando avanti per la Regione Toscana, nell’ambito del progetto CanCon, per ottimizzare le reti oncologiche: in realtà preferisce concentrarsi su quelli che chiama “istituti a rete”, cioè Comprehensive Cancer Care Network (CCCN). E’ in avanzata fase di preparazione un testo base, che darà indicazioni su come costruire le CCCN, tenendo presenti i vari aspetti, dalla gestione dei pazienti, alla promozione della ricerca, ai soggetti decisori per l’ istituzione delle reti. “Il modello CCCN – ha detto Luzzatto – che è diventato prioritario in prospettiva europea, avrà la missione che abbiamo stabilito 10 anni or sono per l’ITT. Capire, curare e prevenire il cancro al meglio per tutti”.