Risc-PersonaLab: per prevenire allontanamenti dei bambini da famiglie problematiche

Nel 2010 la Regione Toscana ha avviato (con delibera di Giunta 668/2011) il Progetto RISC – Rischio per l’Infanzia e Soluzioni per Contrastarlo su richiesta del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali che, in collaborazione con la Fondazione Zancan di Padova, ha coinvolto 6 regioni: Toscana, Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto. La scelta regionale di partecipare al progetto RISC è maturata in un momento in cui l’attività di monitoraggio annuale sulla condizione dei minori toscani confermava la persistenza, se non, in alcuni casi l’aumento, di indicatori “sentinella” sull’attuazione dei diritti dell’infanzia: gli allontanamenti dalla famiglia di origine con il ricorso all’affidamento e al collocamento in comunità; gli interventi di sostegno alle famiglie in difficoltà, quali la mediazione familiare, l’assistenza educativa domiciliare, le prestazioni di assistenza domiciliare territoriale o il ricorso ai centri diurni. A conclusione del percorso ministeriale la Regione Toscana ha deciso, valutati gli esiti incoraggianti del coinvolgimento sperimentale delle prime 2 zone (Firenze, Valdarno Inferiore), di estendere gradualmente l’esperienza a tutto il territorio. Le fasi e gli obiettivi del nuovo percorso sono stati specificati nel piano di programmazione triennale  (delibera di Giunta 227/2012). La platea dei soggetti impegnati nelle attività RISC è di ben 16 territori: 11 Società della Salute: Valdarno Inferiore, Alta Valdelsa, Pisana, Mugello, Fiorentina Sud Est, Fiorentina Nord Ovest, Empolese, Valdinievole, Val d’Era, Val di Cornia e Pistoiese; 2 Zone distretto: Valdarno Aretino e Valdichiana Aretina; 2 Comuni: Firenze e Livorno, oltre al SerT dell’Asl 2 di Lucca (dove viene effettuata una sperimentazione particolare “calibrata”  sul servizio di supporto educativo fornito dal Sert). Gli obiettivi del percorso Sperimentare l’adozione di un protocollo metodologico univoco per il monitoraggio e la valutazione di efficacia degli interventi attivati su nuclei in difficoltà in carico ai servizi sociali e socio-sanitari. Individuare soluzioni innovative per una tutela dei bambini e ragazzi che vivono situazioni di rischio e grave disagio al fine di prevenire interventi di allontanamento. Percorrere la strada della “progettazione personalizzata” degli interventi di sostegno (Progetti a misura di ogni persona), attenta cioè alle situazioni peculiari dei bambini, alle risorse, anche inespresse, presenti nel loro spazio di vita ed agli esiti delle prestazioni attivate. La metodologia Il percorso di ricerca e azione RISC si avvale: di un protocollo operativo inter-professionale (Protocollo metodologico) ; di un sistema informativo (Database interattivo: software SPWeb) utile per la gestione integrata e condivisa da parte di più professionisti e servizi; di Laboratori multicentrici PersonaLAB (Personalised Environment for Research on Services, Outcomes and Need Assessment) organizzati secondo step progressivi che favoriscono, tra l’altro, fondamentali e stimolanti spazi di confronto e discussione – oggi sempre più rari – tra gli operatori sociali e socio-sanitari dei servizi territoriali. Le  opportunità offerte dal progetto Tentare di dare risposte concrete ed operative a  chi si occupa di tutele dei minori: Realizzare un metodo e un approccio di valutazione sistematica degli interventi attivati, identificando, al contempo, fattori e condizioni in grado di determinare i livelli di efficacia raggiunti; Orientare e supportare la risposta dei servizi nella ricerca, programmazione e attuazione delle necessarie misure di tutela, nonché delle azioni finalizzate alla predisposizione di interventi di valutazione, di rafforzamento e di recupero delle capacità genitoriali attraverso il coinvolgimento degli stessi genitori “in difficoltà”. Dotarsi di strumenti operativi innovativi in grado di misurare i cambiamenti nello spazio di vita del minore ed i risultati di efficacia, anche in termini di costi, degli interventi attivati; Fornire agli operatori una metodologia di intervento adeguata a riconoscere le eventuali potenzialità presenti nel contesto di riferimento del minore e conseguentemente, a stimolarle e rafforzarle per innescare condizioni necessarie a cambiamenti positivi. Annualità 2015 – lo sviluppo su 3 Binari Binario 1) Competenze genitoriali Testare la scala per la valutazione del livello delle competenze genitoriali e dei potenziali familiari. La combinazione dei due nuovi strumenti di valutazione consente di evidenziare le capacità e potenzialità della famiglia. Si tratta di strumenti nati su iniziativa degli assistenti sociali impegnati nelle prime fasi del progetto. Binario 2) Piani Modulari Sperimentare la metodologia RISC “per gradi” attraverso un utilizzo modulare degli strumenti in rapporto alla gravità della situazione. In sostanza non si rinuncia alla globalità ma ci si focalizza sulle aree più problematiche. Binario 3) Sviluppo di Sistemi Collegare il Percorso RISC con l’approfondimento specifico delle caratteristiche del sistema di servizi e interventi dedicati all’area famiglia e minori nei territori già coinvolti nell’azione sperimentale. Si pongono le basi per mettere in collegamento la qualificazione dell’intervento di presa in carico dei minori in situazioni di vulnerabilità con la conoscenza e la valorizzazione dell’offerta territoriale esistenti , verificando così quali risorse possano essere attivate attraverso la presa in carico. I Laboratori sui  3 Binari – 8 giugno 2015, Laboratorio intermedio sui piani modulari – 13 luglio 2015, Primo Laboratorio di formazione su monitoraggio offerta servizi (sviluppo sistemi) – 28 settembre 2015, Laboratorio intermedio monitoraggio offerta servizi (sviluppo sistemi) I numeri del progetto. L’impegno della Regione e  dei servizi dei territori 140 i casi trattati – minori e famiglie dal 2012 al 2015 16 territori coinvolti dal 2012 al 2015 13 territori coinvolti per la fase di sviluppo 2015 130 operatori coinvolti (assistenti sociali, psicologi, neuropsichiatri infantili, pediatri e educatori professionali  ecc) 86 laboratori metodologici per una durata complessiva di 344 ore.