Vibo Valentia, confronto su “Pier Paolo Pasolini e la luce profetica delle lucciole”

“Pier Paolo Pasolini e la luce profetica delle lucciole”. Su questa tema confronto con gli alunni del Liceo Statale “Vito Capialbi” di Vibo (venerdì 22, alle ore 11,30).

Al Liceo Statale “Vito Capialbi” (ex Magistrale) saranno protagoniste le lucciole di Pasolini (Aula Magna, venerdì 22 aprile, ore 11.30). A relazionare sul tema “Pier Paolo Pasolini e la luce profetica delle lucciole” Antonio Pugliese (Università di Messina), Nicola Rombolà (giornalista e docente), mons. Giuseppe Fiorillo (referente di Libera Vibo) con la partecipazione del presidente della Delegazione Vibonese di Italia Nostra, Gaetano Luciano. Ad introdurre il confronto con gli studenti delle classi quinte, il dirigente scolastico del Liceo “Capialbi” Antonello Scalamandrè. Durante l’incontro sarà presentato un breve documentario girato nel 1961 tra le frazioni di Triparni e Vibo Marina e la città capoluogo, dal titolo “Radiografia di un Paese”. Le scene fotografano un frangente storico in cui iniziava l’insediamento dei primi nuclei industriali con la progressiva e irreversibile scomparsa della civiltà contadina. In questo eccezionale documento è possibile cogliere quella che Pasolini, negli “Scritti corsari”, aveva identificato come “mutazione antropologica”. Ripercorrere la parabola culturale e l’esperienza esistenziale di Pasolini, in particolare attraverso i suoi interventi sulla stampa fin dai primi anni Settanta, raccolti in “Scritti corsari” e “Lettere luterane”, significa ripensare a tutti i fenomeni sociali e politico-culturali a livello sia locale che globale, con degli strumenti critici che permettono di leggere le dinamiche e i meccanismi perversi escogitati dai nuovi poteri per irretire lo sguardo o per renderlo miope con le nuove forme di persuasione occulta e di manipolazione mediatica (è proprio di ieri la notizia che l’Italia è al 73. posto nel mondo per libertà di stampa, perdendo ben 24 posizioni nella classifica realizzata da Reporter senza frontiere). In questa analisi di carattere antropologica e semiologica sulla realtà che si presentava davanti ai suoi occhi tra la fine degli anni ’60 e fino alla metà degli anni ’70, Pasolini è come se avesse scattato dei fotogrammi dell’epoca attuale, che comincia a manifestarsi in tutta la sua carica distruttiva dagli anni ’80 e che in questi anni continua inesorabile, rendendo protagonisti inconsapevoli le nuove generazioni. Le strategie comunicative e persuasive richiamano il tema della manipolazione mediatica e dell’omologazione culturale sotto il profilo pedagogico e sociale; ma l’attenzione al fenomeno dei mass media è avvenuta con l’avvento del medium televisivo e con l’affermarsi della cosiddetta “civiltà dei consumi” che determina una nuova categoria socio-antropologica, l’homo videns, tema questo che Pasolini affronta nell’articolo del 9 dicembre del 1973 che esce sul “Corriere delle Sera” con il titolo “Sfida ai dirigenti della televisione” e che su Scritti corsari appare con il titolo “Acculturazione e acculturazione”. La scomparsa delle lucciole e della civiltà contadina a causa dell’avvento del nuovo potere, quello imposto dal consumismo, era stato denunciato da Pasolini con grande lucidità in modo particolare nel primo febbraio del 1975 sul “Corriere della Sera”, in quello che è passato alla storia come “l’articolo delle lucciole”. Questa scomparsa Pasolini la sentiva come una tragedia, che assumeva il valore di una catastrofe: la distruzione in poco tempo di un immenso patrimonio di saperi e di cultura che affondava le radici nella civiltà classica della Grecia. Simbolicamente, politicamente, culturalmente, le lucciole segnavano per Pasolini la mutazione antropologica della società italiana dovuta all’imperare dell’ideologia dei consumi che aveva determinato il genocidio culturale della civiltà contadina e di tutto quel variegato mondo rurale e preindustriale che era la vera la ricchezza dell’Italia; un mondo che era resistito ed esistito per tanti secoli e che di colpo veniva spazzato via da un potere che aveva uniformato e omologato i linguaggi e i comportamenti, una vera catastrofe che Pasolini osservava con orrore con i suoi occhi come una tragedia. Oggi la sua analisi e la sua riflessione assumono il valore di una profezia, perché tutto ciò che aveva prefigurato, il potere dei consumi, lo svuotamento della politica, l’azzeramento di ogni differenza, la manipolazione mediatica e la desertificazione o anestetizzazione delle coscienze, l’allarme ambientale, sembrano ormai far parte della nostra vita quotidiana, in quanto i valori si sono rovesciati e la sensibilità verso i temi ecologici e quelli politico-sociali, sono visti con sospetto da chi detiene il potere: si è di fronte ad un manipolo di super ricchi che porta avanti con spregiudicatezza l’obiettivo di inquinare il mondo (non solo l’ambiente ma anche il mondo intellettuale, artistico e la coscienza etica), senza curarsi degli effetti nefasti per il futuro dei loro figli. Siamo entrati nell’era della menzogna, dell’ipocrisia, della totale incoscienza e indifferenza verso il destino delle nuove generazioni. “Lo scopo e il messaggio dell’iniziativa – come sottolinea Nicola Rombolà – è cercare di sensibilizzare le coscienze dei giovani ad avere attenzione verso il drammatico fenomeno del cambiamento climatico e dell’inquinamento. È fondamentale recuperare l’amore per il creato e salvaguardare l’ambiente dalla distruzione messa in atto dal sistema di produzione neocapitalistico, basato esclusivamente sul profitto a tutti i costi. Le lucciole rappresentano simbolicamente – ha spiegato ancora il docente – la luce che si illumina nella coscienza miope dell’umanità avvolta dalle tenebre dell’odio e del potere del dio danaro. La speranza è che questa esile luce delle lucciole possa resistere, di fronte alla tempesta che sta scuotendo l’umanità. Queste creature sono come pupille incantevoli che sanno ancora accendere nell’uomo il linguaggio dell’emozione, della meraviglia, della bellezza, contro ogni forma di brutalità, di violenza, di cecità e di oscurità che si sta perpetrando nel mondo e cancellando la possibilità di respirare la linfa salutare dell’amore”, ribadisce Rombolà. Nell’occasione, fa sapere il docente, verrà presentato in anteprima un progetto artistico-culturale ispirato proprio a questi coleotteri lampiridi con organi fotogeni, che iniziano ad apparire in questo periodo, “Il tempo delle lucciole”.