Veglie, ubriaco al volante distrugge giovane famiglia: 6 anni di condanna

E’ stato condannato a 6 anni di reclusione (4 mesi di arresto), 2.000 euro di ammenda, 1 anno di sospensione della patente di guida e 1 anno di libertà vigilata (a pena espiata) dal giudice Simona Panzera, Angelo Guida, il 34enne che, alla guida ubriaco, il 6 gennaio del 2015 ha spezzato in due il destino di una giovanissima famiglia: in un tragico schianto frontale uccise Luca Cucurachi, di soli 33 anni, e il figlioletto, Alessio, di appena 11 mesi; si salvarono ma riportando importanti macrolesioni la mamma, 23enne, e l’altro figlio, di soli 3 anni.

Nelle scorse udienze l’avvocato di Guida aveva proposto dapprima una richiesta di patteggiamento per 4 anni e 8 mesi, subito respinta dal PM; poi per rito abbreviato condizionato all’ascolto di due testimoni, rigettata dal GIP; infine aveva optato per il rito abbreviato semplice, la cui discussione era stata rinviata dal GIP all’udienza di stamattina.

Erano circa le 17 di quella tragica sera quando la Ford Focus condotta da Guida piombò, viaggiando ben oltre i limiti di velocità, contro la Opel Corsa con a bordo l’intera famiglia Cucurachi. L’incidente avvenne alla periferia di Veglie, sulla strada che da Monteruga conduce alla San Pancrazio-Torre Lapillo, nella zona di Casa Porcara. «A causa non solo dell’elevata velocità del veicolo Ford Focus, ma anche della non accorta condotta del suo conducente» ha rilevato il consulente tecnico nominato dalla Procura, Lelly Pantaleo Napoli, sottolineando come anche l’ubriachezza di Guida, la velocità oltre i limiti e il pessimo stato degli pneumatici abbiano influito nel causare l’incidente. Questi ultimi erano talmente usurati da non aver quasi più battistrada, «tanto da agevolare lo sbandamento dopo la curva in quanto poco aderenti all’asfalto».

E proprio la sbandata è stata la causa determinante dell’incidente, con l’auto di Guida che dopo aver invaso totalmente la corsia opposta è andata a centrare in pieno la piccola utilitaria dei Cucurachi. Nell’urto, tremendo, morì sul colpo papà Luca, alla guida, e poco dopo anche il figlioletto che gli sedeva accanto, nonostante ripetuti tentativi di rianimarlo da parte dei primi soccorritori giunti sul posto.

Guida, sottoposto ad alcol test dai carabinieri intervenuti sul posto, «per due volte non fornì un’adeguata collaborazione, soffiando nell’apparecchio in maniera inadeguata e facendo così rilevare un volume insufficiente, anche se positivo» scrissero nei propri verbali i carabinieri di Campi Salentina. I quali infatti richiesero un accertamento urgente presso l’ospedale Perrino di Brindisi, dal quale – a ben 5 ore dall’incidente – risultò un tasso alcolemico nel sangue di ben 1,29 grammi per litro.

La moglie di Luca Cucurachi, che al momento dell’incidente viaggiava seduta dietro di lui, è stata affiancata in questi mesi dalla società Giesse Risarcimento Danni, che ancor prima degli esiti del processo a carico di Guida aveva già ottenuto per lei, per il figlioletto sopravvissuto e per la nonna, parte del dovuto risarcimento per la perdita dei propri cari. Ora, nella sentenza di condanna il giudice Panzera ha anche disposto il pagamento di una provvisionale di 50.000 euro a favore del piccolo sopravvissuto.

«Quella sera, in un solo attimo, il destino di questa giovanissima famiglia è stato distrutto a causa di una condotta di guida scellerata – l’amaro commento di Giuseppe Vacca, responsabile di Giesse Risarcimento Danni – Abbiamo ottenuto il massimo risarcimento possibile, ma un’intera famiglia è stata spezzata e madre e figlio, entrambi giovanissimi, dovranno vivere il resto delle proprie vite senza un marito, un papà, un piccolo fratellino».