Sequestrata la condotta fognaria a Vibo Valentia

“Ci auguriamo che il sequestro della condotta fognaria a Vibo Valentia e l’inchiesta che accerta la presenza di scarichi fognari nel Torrente S. Anna, sia la prima di una lunga serie di interventi che mettano definitivamente in luce le criticità che caratterizzano buona parte della costa vibonese. Che il S. Anna fosse un ricettacolo di scarichi fognari è cosa nota, tanto che, da anni, instancabilmente e costantemente, ne denunciamo le criticità. Da almeno dieci anni, le analisi condotte dalla Goletta Verde hanno inesorabilmente evidenziato che il mare alla foce del Torrente S. Anna presenta delle gravi criticità tanto da essere catalogato, anche nel report dello scorso anno, come “Fortemente inquinato” Una condizione, questa, che accomuna molti torrenti e fiumare della nostra costa e che rende, in prossimità delle loro foci, le acque marine non balneabili, a dimostrazione di come vi siano forte carenze e marcate illegalità nel ciclo delle acque. La scorsa estate i prelievi e le analisi delle acque marine, effettuati dai tecnici della Goletta Verde, oltre al S. Anna, hanno evidenziato seri problemi di inquinamento anche alle foci della Fiumara Ruffa a Ricadi, del Torrente Mandricelle al confine tra Ricadi e Coccorino, del Torrente Britto a Nicotera e a quella del Fiume Mesima al confine tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria. Una campionatura parziale che si è limitata a sondare solo alcune delle foci e in particolare quelle che negli anni precedenti hanno presentato le medesime condizioni e che quindi non può essere considerata esaustiva e rappresentativa di una condizione ben più grave. Dalle analisi emerge che, nonostante le costanti denunce a mezzo stampa, nel corso degli anni non è cambiato molto e che non si sono registrati interventi risolutivi. Un fatto questo che appare assai grave e che alimenta la sfiducia dei cittadini. La presenza di scarichi fognari nelle fiumare vibonesi dimostra come interi quartieri e, a volte, interi paesi non sono collettati alla rete fognaria o peggio non dispongono di alcun sistema di depurazione in spregio alle leggi vigenti. In alcuni casi anche laddove esistono impianti di depurazione questi appaiono sottodimensionati e spesso inadeguati a supportare il carico antropico soprattutto in concomitanza della stagione turistica quando le presenze sul territorio aumentano esponenzialmente. Il problema della mala depurazione è anche diretta conseguenza del disordine urbanistico e degli abusi edilizi molto spesso legalizzati e dall’eccessiva urbanizzazione della costa, uno dei mali peggiori del territorio vibonese. Nonostante tutto si continua ad edificare anche in aree non urbanizzate e prive di sistema fognario alimentando una spirale senza fine. Viene spontaneo chiedersi che fine fanno i liquami provenienti dalle abitazioni non allacciate alla rete fognaria anche in considerazione che non si registra, specie in estate e soprattutto sul tratto costiero, un evidente transito di auto espurgo, e, soprattutto, che fine fanno i fanghi della depurazione. La mala depurazione si traduce, oltre che in un grave danno all’ambiente, in un forte danno all’economia del territorio e rappresenta una larga fetta di illegalità nella nostra regione. Un danno che la popolazione calabrese è costretta a pagare più volte. Criticità evidenziate anche nell’ultima procedura d’infrazione aperta dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia che comprende anche alcuni agglomerati calabresi”!.

E’ quanto scrivono in una nota stampa i circoli Legambiente di Ricadi e Vibo Valentia.