Cauto ottimismo tra i produttori ortofrutticoli lucani per i primi segnali di ripresa

Nella settimana di Pasqua si respira un clima di cauto ottimismo tra i produttori ortofrutticoli lucani per i primi segnali di ripresa degli acquisti e di prezzi più remunerativi per gli agricoltori. Lo rileva l’Osservatorio Economico della Cia della Basilicata che comunque sottolinea danni e difficoltà ancora significativi per i titolari delle aziende del Metapontino allagate nei giorni scorsi con produzioni ridotte. Tra i prodotti che saranno presenti sulle tavole pasquali dei lucani – si legge nella nota – non mancherà la fragola del Metapontino che sta già spuntando sui mercati ortofrutticoli più importanti un prezzo importante – tra i 5 e i 5,50 euro al kg – e che vince la concorrenza estera per qualità e per la quantità minore di importazione di fragole dalla Spagna a causa del brutto tempo e di fitopatie. In questo avvio della primavera è possibile trovare nei mercatini-ambulanti degli agricoltori o dal fruttivendolo di quartiere una grande varietà di offerta di verdure Made in Italy a prezzi particolarmente convenienti, considerato il periodo, per effetto dell’accavallamento nella maturazione delle diverse varietà di ortaggi. Tra i più richiesti per i più classici menù pasquali ci sono i carciofi con prezzi in pochi giorni più che raddoppiati (sino a 60 cents per lo “spinoso”), i fagiolini, i broccoli. Sul fronte dei consumi alimentari delle famiglie, i dati Ismea-Nielsen indicano una tendenza annua positiva nel segmento dei confezionati, bevande incluse (+2%), mentre arrancano i prodotti a peso variabile (-3%), a causa soprattutto, delle dinamiche discendenti di carni, salumi e formaggi. Nel suo insieme, la spesa di prodotti alimentari, registra un aumento dello 0,3% rispetto al 2014. Dopo un biennio di contrazione, crescono i volumi d’acquisto di ortofrutta. A contribuire all’incremento, in primis, c’è la frutta +3,7% sul 2014, ma anche gli ortaggi sono contrassegnati dal segno “più” (+2,2%). Stabili invece i prezzi medi. Si tratta di un segnale incoraggiante per il settore ortofrutticolo che rialza la testa negli acquisti dopo la contrazione 2013-2014. Ma al di là della singola congiuntura annuale, un dato è fondamentale in questi numeri: cresce chi ha investito in innovazione e in distintività. Partendo dalla frutta, le mele, da sempre il frutto più acquistato in Italia, dopo un progressivo e costante calo, per il secondo anno consecutivo, vedono un aumento, del 3% sull’anno precedente, dovuto anche all’allargamento del parco varietale. Significativa la crescita anche degli acquisti delle pere, +10% sul 2014, anche in questo caso ascrivibile alle ultime due annate, dopo anni di progressive e costanti diminuzioni. Negli ortaggi si segnalano i pomodori che dopo continui cali, negli ultimi anni registrano una buona risalita: nel 2015 +3% rispetto all’anno precedente. Crescita anche per insalate e indivie +3%, cipolle +3%, peperoni +6%, carciofi +5%. Più stabile le specie rimanenti che registrano variazioni variabili tra un -1% e un +1%. Interessanti i dati sui canali commerciali d’acquisto dell’ortofrutta. Qui la grande distribuzione riveste un peso sempre più rilevante negli acquisti di frutta e verdura in Italia. In soli dieci anni la rilevanza è passata dal 48% al 62%, un balzo netto di +14 punti percentuali. Il contributo maggiore all’incremento della distribuzione moderna è dato dai discount: nel 2015 hanno raggiunto la quota del 13% dei volumi. Soffre il comparto dei tradizionali, ma è importante evidenziare segnali positivi per i fruttivendoli, che toccano nel 2015 quota 20%, valore massimo degli ultimi 10 anni. Ma le performance del settore non si limitano all’incremento della redditività. Come segnala il Rapporto AgrOsserva realizzato da Ismea e Unioncamere la cartina tornasole è chiaramente individuabile nella progressiva riduzione del trend negativo delle nuove imprese registrate, in un contesto in cui export, valore aggiunto e occupazione aumentano in maniera superiore alla media del sistema economico nazionale. Infine la Cia segnala la tradizionale impennata di richieste di agnelli e capretti con l’invito ai consumatori a fare molta attenzione sulla provenienza.