Crotone, Cgil-Cisl-Uil: Nefrologia e Dermatologia non contano più posti letto. Mandare a casa i due Commissari, Scura e Urbani

ospedale san giovanni di dioLe organizzazioni sindacali non rimangono insensibili a ciò che sta avvenendo nella struttura sanitari pubblica a proposito del riordino della sanità e denunciano con forza le scelte scellerate che, ancora una volta ed in spregio ad ogni qualsivoglia ragionamento sui bisogni reali della nostra popolazione, sono state assunte dalla struttura commissariale con il Decreto 30/2016 il quale ha sancito un ulteriore ridimensionamento del nostro Presidio Ospedaliero. “Così – affermano i sindacati – Nefrologia e Dialisi non possono più contare sui posti letto, Anatomia Patologica, Microcitemia e Dermatologia vengono declassate a strutture semplici”. Un colpo durissimo alla nostra Sanità Pubblica – affermano ancora i sindacati – che, lo ricordiamo, è già stata fortemente penalizzata dai tagli precedenti con chiusure di Reparti e demansionamenti di Unità Operative. Se il Piano di Rientro dal deficit sanitario deve significare la spoliazione di servizi essenziali per il raggiungimento dei Livelli Essenziali di Assistenza e per costringere i cittadini Crotonesi a curarsi fuori provincia e fuori regione noi non ci stiamo e nel rivendicare il rispetto che è dovuto al territorio di Crotone e nel constatare che invece si continua a depredarlo, chiediamo al Governo Nazionale e Regionale di mettere in campo ogni utile iniziativa per mandare a casa i due Commissari, Scura e Urbani. Per il Sottosegretario alla cultura Dorina Bianchi, è necessario rivedere il decreto Scura perché non si deve tagliare la nefrologia e microcitemia. “È necessario – afferma il Sottosegretario – che il Commissario Scura riveda il decreto con cui ha previsto la chiusura di alcune unità complesse dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone. Reparti come quello di nefrologia e di microcitemia, svolgono dei servizi essenziali per i cittadini perché si occupano di pazienti con cronicità e che hanno bisogno di un supporto. Non si può rinunciare a queste tipologie di reparti”. “La riorganizzazione ospedaliera – conclude il Sottosegretario – non può essere operata attraverso i tagli. Serve piuttosto un efficientamento e una razionale messa a sistema delle risorse. A farne le spese non devono essere i cittadini che con le chiusure dei reparti e i tagli vedrebbero solo indebolita la struttura sanitaria in un territorio delicato”.