Milano, sanitopoli giro d’affari per oltre 400 milioni trema la giunta Maroni

Nuovo scandalo nella sanità lombarda. L’operazione “Smile” ha individuato un’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbata libertà degli incanti e riciclaggio. A vario titolo sono le accuse per 21 persone coinvolte nell’indagine “Smile”. Un gruppo imprenditoriale avrebbe turbato in proprio favore l’aggiudicazione di una serie di appalti pubblici banditi da diverse aziende ospedaliere per la gestione esterna di servizi odontoiatrici, corrompendo i funzionari preposti alla gestione delle gare.

I Carabinieri del comando provinciale di Milano hanno dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del tribunale di Monza, su richiesta della procura. Le indagini, avviate nel 2013, vertono su un giro d’affari per oltre 400 milioni di euro. Sono 21 i destinatari dei provvedimenti: 9 in carcere, 7 ai domiciliari e 5 con obbligo di firma.

In carcere è finito anche il consigliere regionale della Lega Nord, Fabio Rizzi, 49 anni, presidente della commissione Sanità ed estensore della recente riforma sanitaria lombarda, ex senatore e sindaco di Besozzo dal 2007 al 2012, segretario provinciale del Carroccio di Varese dal 2006 al 2008. Ordine di custodia cautelare anche per la moglie del leghista, alla quale sono stati concessi gli arresti domiciliari. Per entrambi c’è l’accusa è di associazione per delinquere. Perquisizioni effettuate anche a casa di Rizzi,  e negli uffici al Consiglio regionale dove è in carica dal 2013.

A far partire le indagini della Procura di Monza è stato il componente di un collegio sindacale di un’azienda ospedaliera lombarda. “Sono quattro gli imprenditori che si sono aggiudicati importanti gare d’appalto per la gestione dei servizi odontoiatrici nel territorio lombardo, su cui ha indagato il Nucleo Investigativo di Milano – spiega il Comandante Provinciale dei carabinieri di Milano, colonnello Canio Giuseppe La Gala – le gare di appalto pubbliche venivano vinte illecitamente da questo gruppo con la complicità di undici funzionari pubblici”.