Domani 31° anniversario del crollo del palazzo di viale Verdi a Castellaneta

Anche quest’anno, come accede da 31 anni, il 7 febbraio ci riporta drammaticamente alla memoria la tragedia di quella giornata e le ferite mai rimarginate per la perdita dei nostri cari.

Il 7 febbraio non può essere semplicemente la data in cui il sindaco depone l’ennesima corona di fiori nel luogo simbolo della tragedia, nel mentre si adottano atti e comportamenti che offendono la memoria delle 34 vittime (tentando, per esempio, di far ricadere su di essi la colpa del tragico evento, come insistono gli avvocati nominati dal sindaco) o si punta a colpevolizzare e dividere i parenti delle vittime (avviando i risarcimenti per alcuni e ignorando gli altri che pure avevano dato la loro disponibilità alla transazione).

Quest’anno la ricorrenza ha un valore diverso per tutti noi; molte cose sono accadute dal 7 febbraio dell’anno scorso: anzitutto la sentenza con cui il 5 marzo 2015 il Tribunale di Lecce ha ristabilito un punto fermo con l’ennesima conferma della condanna del Comune di Castelklaneta e il conseguente suo obbligo di pagare i risarcimenti dovuti. Molti mesi sono poi seguiti nell’inerzia più totale dell’amministrazione, salvo l’ennesimo ricorso-appello e l’ennesimo tentativo di rinviare tutto a un futuro indeterminato. Il rigetto nel settembre 2015 della richiesta di sospensiva ha riportato tutti alla realtà volutamente tenuta nascosta in questi anni, obbligando l’amministrazione ad affrontarla.

Dopo l’unico incontro tenuto con il sindaco Gugliotti il 7 ottobre scorso, e l’integrale accettazione da parte dell’amministrazione delle nostre richieste, nulla si sa di come s’intenda onorare entro il 28 febbraio gli impegni assunti. L’unico atto adottato è l’avvio il 14 gennaio 2016 del pre-dissesto: ma il pre-dissesto azzera l’accordo-transazione sottoscritto a ottobre e riporta i risarcimenti dovuti all’intero importo di 20 milioni di euro stabilito dal Tribunale di Lecce, aumentato per legge degli ulteriori interessi maturati che a oggi sono di quasi un altro milione e mezzo di euro.

Null’altro si sa: sarebbe stato corretto, da parte del sindaco, un nuovo incontro con noi familiari delle 34 vittime per conoscere cosa s’intenda fare. Ma nulla di tutto ciò è avvenuto.

Abbiamo la sensazione di una situazione di stallo, di inerzia e di strane manovre: intanto ancora nulla si sa della ripartizione delle somme disponibili per l’eredità giacente dell’on. Semeraro. A ciò s’aggiungono altri misteriosi eventi nel procedimento del pignoramento di beni del collaudatore del palazzo crollato, Ing. Rezza: dapprima l’impresentabile richiesta di rinvio dell’udienza per la vendita dei beni pignorati (richiesta firmata dal sindaco per tre volte e presentata dall’avvocato della parte avversa al Comune di Castellaneta).

Ora un’altra stranezza: il silenzio e l’accondiscendenza del Comune di Castellaneta di fronte alla messa all’asta il prossimo 25 febbraio solo di una parte dei beni pignorati e l’esclusione dalla stessa dei beni di maggior valore, eppure il Comune di Castellaneta deve recuperare somme ingenti.

Ma non è finita: si ha anche la netta sensazione che con la scusa del crollo si vogliano risolvere problemi di ben altra natura (transazione per le imposte e tasse non pagate in anni e anni dal Gruppo Putignano e da altri, adozione PUG per aumentare gli introiti dell’ICI dalle nuove aree fabbricabili, ecc. ecc.).

Ma noi, dopo 31 anni di battaglie, non ci arrenderemo, continueremo a far valere i nostri diritti e a denunciare in tutte le sedi quello che sta accadendo e che stiamo puntualmente riscontrando in atti e procedure per niente cristalline.

Ma oggi è prima di tutto il giorno “per non dimenticare” l’immane tragedia che ha segnato per sempre la nostra comunità e le nostre vite.

  Castellaneta,  06.02.2016                                             f.to familiari vittime