Alessandro Preziosi è Don Giovanni

Un lavoro il “Don Giovanni” di Moliére diretto ed interpretato da Alessandro Preziosi e portato in scena in questi giorni sino al 14 febbraio al Teatro Quirino che va visto per la sua complessità. La drammaticità dell’opera viene perfettamente percepita dal pubblico in sala sollecitato a distinguerla dai tratti più umoristici. Don Giovanni (Alessandro Preziosi) e il suo fido servo Sganarello (Nando Paone) che infaustamente per obbligo di servitù assiste ed asseconda tutte le scelleratezze del padrone non abbandonano quasi mai la scena in un’alterna diatriba tra il dissacrante ed una velata esortazione alla redenzione. Quella di Don Giovanni è un’irriducibile contrapposizione alla sacralità e ai valori umani che lo spinge a violare (per il mero gusto di far del male) la virtù di tutte le donne, accanendosi sulle ingenue. Una dissennata collezione di trionfi del “male” sul “bene” mirata a scuotere la misericordia divina fino alle fondamenta. E’ la ribellione dell’uomo a Dio Onnipotente. Gli inganni, le seduzioni sono le armi per svergognare ed umiliare il perbenismo e l’onorabilità di intere casate precipitate in un pubblico disonore. Moliere lascia in eredità un lavoro non semplice che rischia sulle scene di scivolare pericolosamente o nel ridicolo o nella pesantezza. Quello di Preziosi è un lavoro attento ai costumi; la scenografia palpita e accompagna come un attore tutte le vicende della trama che non risparmia al cast le sue fatiche. Una pièce  che va vista per l’impegno impiegato ma che neppure risparmia il pubblico, esigendo da lui il massimo della concentrazione per tutti quei momenti sensibilmente rallentati.