Mango, poesia e musica all’Unibas

Un compendio poetico che permette di assaporare l’intera anima lucana: i fiori, gli alberi, la genuinità delle relazioni, la terra dura e fredda, le castagne, la nebbia e i glicini. Tutte fragranze essenziali esalate dalla lettura che i ragazzi dell’Unibas Band hanno decantato per la presentazione della trilogia “Mango, tutte le poesie”, edito da Pendragron e presentato dal Circolo culturale Gocce d’autore in collaborazione con l’associazione Tumbao school, col Comune di Potenza, con l’Università degli Studi di Basilicata e con la librerie Ermes e Mondadori. La presentazione si è aperta con i ringraziamenti della Prorettrice alla disabilità e DSA, Paola D’Antonio, e i suoi saluti da parte della Rettrice dell’Unibas Aurelia Sole. Sono intervenuti Maura Locantore, docente dell’Ateneo lucano e Massimo Brancati, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno. Al tavolo anche la curatrice, nonché moglie di Mango, Laura Valente. Ha moderato Eva Bonitatibus, rammentando al nutrito uditorio che questa è la prima presentazione della raccolta in Basilicata dopo la tappa milanese e romana. Una miscellanea di 150 liriche che, come ha precisato la professoressa Locantore, riesce a fondere perfettamente quel simposio speciale che, dal Dolce Stil Novo al Romanticismo, si instaura tra musica e parole, quel verseggiare che diventa musica. “Pino Mango ha fecondato la musica con la poesia così come suggeriva Wagner- ha sottolineato la critica letteraria, Locantore – il cantautore lucano ha sonorizzato la poesia così da renderla memorizzabile e trasferibile alle nuove generazioni”. Il racconto professionale di Mango è spettato a Massimo Brancati: “Ci siamo incontrati parlando del rock degli anni ’70, da allora Mango ha fatto continua sperimentazione per capire come la sua eccezionale estensione vocale potesse adattarsi all’evoluzione moderna della musica”, ha chiosato il giornalista che tante volte ha intervistato il cantautore lucano. Il libro parte dalla raccolta poetica a cui il poliedrico cantautore di Lagonegro stava lavorando prima che la prematura morte lo cogliesse, “I gelsi ignoranti”. Queste ultime composizioni poetiche sono il regalo che la curatela dell’artista e moglie di Mango, Laura Valente, cantante dei Matia Bazar, assieme ai figli Angelina e Filippo fanno alla memoria di una delle più belle voci della Basilicata e a tutti i suoi fans. Il nuovo lavoro postumo, in realtà, è anche il pretesto per raccogliere le produzioni precedenti di Pino Mango, quella del 2004 “Nel malamente mondo non ti trovo” e quella del 2007 “Di quanto stupore”, uscite sempre per i tipi di Pendragron. Un’immensa saga di affetti in cui si intravedono i paesaggi lucani popolati dalla madre, i figli, i fratelli e la sua enigmatica musa Laura che, come una Monna Lisa, sorride e guida le sue ispirazioni indicandogli il cammino come una stella sincera: “Io gelso ignorante e tu in aggiunta e poi l’approssimarsi del contrario non sappiamo capitare a proposito.” – da I gelsi ignoranti (Il talento delle rose)