Milano Salute. Majorino: “Una normativa speciale per la città metropolitana e una nuova medicina del territorio”

residenze anzianiLa dimensione e le capacità della città metropolitana sono adeguate a gestire i servizi sanitari, sociosanitari e sociali ma servono una normativa speciale e una nuova medicina del territorio che integri i servizi con Case mediche e Case della Salute. Questi i temi al centro della giornata “Sanità e salute. Aspettando il Forum delle Politiche Sociali” organizzata dalla Casa dei Diritti. “La città metropolitana dovrà avere un ruolo importante anche nel campo dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali – dichiara Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche Sociali e Cultura della Salute -. Le scelte regionali sull’istituzione delle ASST non sono per nulla convincenti: la salute è un bene prezioso, non solo da salvaguardare, ma da promuovere in ogni fase della vita, garantendo a tutti le stesse opportunità. Ecco perché è fondamentale un nuovo modello di rete territoriale della salute che preveda anche una Casa Medica in ogni zona della città”. Gli obiettivi principali della medicina del territorio restano quelli di evitare i ricoveri inutili e le recidive di ricovero dopo una prima ospedalizzazione, curare a casa i pazienti cronici, privilegiando i principi della “medicina d’iniziativa” rispetto alla tradizionale medicina d’attesa: è dunque indispensabile una profonda riorganizzazione della medicina territoriale, cioè quella che ha come protagonisti i medici di medicina generale (MMG). Occorre facilitare l’accesso nel Sistema Sanitario Nazionale di giovani MMG in sostituzione di quelli che si pensionano, o anche oltre se le esigenze della popolazione della città metropolitana lo dovessero richiedere. Puntare a raddoppiare la percentuale dei MMG che lavorano in associazione vera (dal 15 al 30% nella AST metropolitana). Creare nell’area metropolitana delle strutture sanitarie territoriali semplici, le cosiddette Case Mediche, adatte ad ospitare adeguatamente gruppi di 5-6 MMG associati, dotati di supporto informatico e segreteria comune, che si avvalgano della collaborazione obbligatoria di una figura infermieristica professionale e possano contare sulla presenza, almeno saltuaria, degli operatori dei servizi sociali e sociosanitari del Comune e della ASST, realizzando così, di fatto, la sinergia tra attività sanitarie e sociali. Ipotizzare la costituzione, in alcuni poliambulatori specialistici ristrutturati e nel poliambulatorio distrettuale, di strutture sanitarie territoriali più complesse le cosiddette Case della Salute. Infine, per azioni efficaci da parte del Comune nell’ambito della salute mentale e verso le persone sofferenti e le loro famiglie  va esplicitata da parte dell’Amministrazione la propria visione per la realizzazione di una politica di sostegno all’inclusione sociale delle persone che per ragioni di salute mentale sono svantaggiate nell’esercizio dei diritti civili e di cittadinanza (casa, lavoro, accesso ai servizi) e in generale nelle loro relazioni interpersonali e sociali. Va garantita la loro capacità di interloquire e di negoziare con i professionisti dei servizi, in definitiva di accedere utilmente e con soddisfazione ai servizi e la possibilità di accesso ai servizi sociali rivolti alla generalità dei cittadini senza subire discriminazione o emarginazione rispetto al resto della popolazione.