Genova, nella fabbrica di Guido Rossa per dare un futuro all’Ilva

commemorazione Guido RossaCerimonia di commemorazione di Guido Rossa, il sindacalista ucciso dalle Brigate Rosse il 24 gennaio 1979. Al ricordo del compagno di lavoro, che ha pagato con la vita la difesa della democrazia, si è unita la preoccupazione per la difesa del posto di lavoro. Doria: dobbiamo lavorare ad una prospettiva che dia un futuro all’Ilva, alla siderurgia italiana e a tutti suoi stabilimenti

La presenza per la prima volta in fabbrica di una cinquantina di bambini dell’Istituto Comprensivo di Oregina ha reso ancora più significativa la cerimonia di commemorazione di Guido Rossa, il sindacalista e lavoratore dell’Ilva ucciso dalle Brigate Rosse il 24 gennaio 1979, avvenuta questa mattina all’interno dello stabilimento Ilva di Cornigliano.

“Per un attimo – ha detto il sindaco di Genova Marco Doria – voglio ricordare Guido non solo per come è morto, ma anche per come era la sua vita, un uomo normale, con curiosità e passioni, ma al tempo stesso speciale, ottimo operaio con una grande voglia di conoscere e studiare. Ha pagato per avere scelto di dedicarsi all’impegno politico sindacale contribuendo alla crescita sociale e umana della classe operaia”. Ma, oltre all’emancipazione dei lavoratori, Guido Rossa, come ricorda il sindaco, era impegnato nella lotta per il rispetto delle istituzioni democratiche, nate dalla Resistenza, ritenendole il “luogo animato da persone che insieme lottano per la difesa dei diritti di tutti”. “Guido – ha concluso Doria – ci lascia una grande lezione e un grande esempio che, per la sua forza e la sua importanza, appare irripetibile”. Erano presenti, oltre ai sindacalisti di Cgil Cisl e Uil, la Rsu Ilva e il cappellano di fabbrica Monsignor Molinari, l’europarlamentare Sergio Cofferati, il prefetto Russo Spena e l’assessore regionale alle attività produttive Edoardo Rixi. “Lavoravo con Guido Rossa in questo reparto, era un fratello, un operaio che metteva prima di tutto il valore del lavoro – ricorda Gianni Barabino, suo collega. Sono 36 anni che ricordiamo il suo sacrificio ma oggi vedo un’atmosfera diversa, resa più serena dalla presenza di tanti bambini e ragazzi. Guido era un operaio provetto, seguito e amato dai suoi 350 compagni di reparto. Con lui si discuteva di politica e di sindacato e, ricordando cos’erano questi luoghi a quei tempi, stringe il cuore sapere dei rischi occupazionali che i lavoratori stanno correndo”.