Roma, l’opera di Fassbinder alla Casa del Cinema

Una ghiotta occasione per gli amanti del grande cinema e per un’intera generazione di spettatori che non ha mai visto i suoi film che oggi appaiono ancor più moderni di quando mandarono in fibrillazione i giovani cinefili degli anni ’70. La offrono Casa del Cinema e RIPLEY’S FILM proponendo dal 18 al 25 gennaio un’ampia rassegna dedicata all’opera di Rainer Werner Fassbinder, uno dei maggiori esponenti del Nuovo Cinema Tedesco degli anni settanta-ottanta.

Formula riduttiva per rappresentare un genio divenuto ben presto una delle icone teatrali per eccellenza come esponente dell’Anti-Teatro e impostosi poi come commediografo, scrittore, regista, attore e produttore. Un intellettuale attivissimo e prolifico, “un Pasolini obeso, sofferente, omosessuale, drogato, senza Dio e senza speranza”.

Della sua sterminata produzione (40 opere filmate più il dirompente “Berlin Alexanderplatz” televisivo che da solo vale un’intera carriera, 26 opere letterarie, oltre 15 pièces teatrali, regie in palcoscenico, scritti, camei da attore, ecc) interrotta bruscamente a 37 anni da una overdose di cocaina, la rassegna al via lunedì 18 propone 19 film realizzati tra il 1996 e il 1979 e due eccezionali testimonianze documentarie. Il cinema romantico e passionale, violento e vitale di Fassbinder si sposa con la varietà della sua ricerca stilistica e quell’irrequietezza espressiva che lo portano a continue sperimentazioni e a brevettare un realismo poetico e straniato assolutamente unici.

La selezione in programma si concentra esclusivamente sulla prima parte dell’opera di Fassbinder e sul suo cinema più intimamente “tedesco” e più esplicitamente indipendente. C’è posto per titoli famosi come Il soldato americano (1970), Il mercante delle quattro stagioni (1972), La paura mangia l’anima (1973), Il diritto del più forte (1974); il primo, spettacolare successo televisivo cui molto dovrà Edgar Reitz (Il mondo sul filo del 1973), titoli rari come Il fabbricante di gattini (1969) o Nessuna festa per la morte del cane di Satana (1976). La prima giornata del programma (lunedì 18 gennaio) è concepita come una frenetica cavalcata nel suo cinema lungo tutti gli anni ’70; l’ultima (lunedì 25 gennaio) come un viaggio a ritroso fino al profetico Dei della peste (1969), melodramma politico in forma di thriller in cui l’unica verità sembra essere la menzogna, interpretato da due degli attori-simbolo del cinema di Fassbinder (Harry Baer e Hanna Schygulla) insieme a una giovane Margarethe von Trotta.