Firenze, spacciatore africano arrestato per l’omicidio di Ashley Olsen

Svolto nel giallo del capoluogo toscano. Uno straniero di origini africane è stato fermato per l’omicidio di Ashley Olsen, l’americana strangolata nella sua casa a Firenze.

Olsen

Si tratta di uno spacciatore già conosciuto dalle forze dell’ordine per questioni di droga. L’incontro con l’artista di 35 anni potrebbe essere legato a questo aspetto e potrebbe aver avuto uno sviluppo di tipo erotico. L’accusa contro di lui è di omicidio aggravato.

Il fermato è il sospettato che la Polizia ha braccato per tutti gli ultimi due giorni. La notte tra giovedì e venerdì qualcuno lo ha visto in compagnia della ragazza. Si sono incontrati fuori dalla discoteca Montecarla, dove Ashley Olsen ha trascorso quasi tutta la notte e le videocamere di sorveglianza li hanno filmati sino a via Santa Monaca dove c’è l’appartamento della giovane americana. Lei ha aperto la porta all’assassino. Un’ora dopo, forse meno, il delitto. L’esame del Dna darà l’ultima risposta certa al giallo.

Il killer ha strangolato Ashley Olsen con una cordicella o un cavetto per computer. La trentenne non ha opposto resistenza. Quando l’assassino ha stretto al collo il cavo, Ashley non ha neppure tentato con le mani di allentare la presa. In casi simili di strangolamento, sul collo restano i segni delle unghie della vittima che si ferisce nel disperato tentativo di allentare la presa per respirare. Sono stati trovati soltanto i lividi provocati dal cavetto o dalla corda, un cappio che lei avrebbe accettato senza reagire anche quando la presa era diventata insopportabile e il respiro iniziava a mancare. Altri indizi, ancora da verificare con analisi più approfondite che si concluderanno tra un paio di settimane, ipotizzerebbero un rapporto sessuale consenziente tra la vittima e il suo assassino.
Un gioco erotico finito male? E’ una delle piste seguite dagli investigatori e che adesso, alla luce di questi prime e incomplete risposte dell’esame autoptico, torna ad essere ritenuta interessante dagli inquirenti. Se Ashley fosse stata in uno stato di torpore forse non avrebbe potuto difendersi dallo strangolamento, ma questa ipotesi sino a ieri non convinceva troppo né medico legale né gli investigatori. Al Montecarla, il nightclub di via de’ Bardi 2, poco lontano dall’appartamento teatro del delitto, una barista, ha raccontato di avere visto l’americana discutere animatamente con due ragazze poco prima che loro lasciassero il locale.

Si parla anche di una telefonata ricevuta dalla ragazza e quella telefonata potrebbe essere quella del suo presunto assassino, lo spacciatore che le telecamere hanno ripreso.