Pellicole scomode contro le mafie, il futuro è più che mai giovane

Il futuro nel territorio del Vibonese è più che mai giovane. Lo testimonia il cineforum organizzato dai giovani studenti di Libera con “pellicole scomode contro le mafie”, che sta suscitando grande partecipazione tra i cittadini. Lo si è visto anche nel secondo appuntamento con la proiezione dei film “La nostra terra” e nel dibattito che è scaturito. Si è di fronte ad una iniziativa senza precedenti di grande valore, a cui i responsabili istituzionali devono dare risposte significative per non uccidere l’impegno, la speranza e l’entusiasmo di questi giovani, sottolineato in particolare da mons. Giuseppe Fiorillo (referente provinciale Libera) che ha colto un forte segno per la rinascita culturale e spirituale del territorio, ma anche humus fondamentale per la crescita dei valori cristiani.

VIBO - Cineforum, Barbuto Mangiardi e Di Vito (1) VIBO Cineforum Libera giovani Grasso, Zizza e Conocchiella VIBO Cineforum Libera VIBO Giovani Libera

Il 2016 nel Vibonese sarà nel segno dei giovani. Quelli che si impegnano con responsabilità per costruire una società senza violenze, senza ingiustizie, senza inquinamenti e senza ipocrisia, per invertire la rotta segnata dalla criminalità, dalla corruzione politico-istituzionale e dal degrado ambientale e culturale. Una luce intensa che fa ben sperare nel panorama quanto mai grigio in cui naviga il territorio provinciale, e non solo. Grazie al loro entusiasmo e alla presa di coscienza della priorità assoluta che bisogna dare alla costruzione dei beni e valori collettivi sanciti dalla nostra Costituzione, si può sperare nel riscatto da un destino segnato dalla rassegnazione e dall’emigrazione.

Questo clima si è respirato nei due appuntamenti che si sono svolti all’interno del cineforum organizzato dai giovani studenti di Libera (in collaborazione con il Sistema Bibliotecario vibonese e con il coordinamento del segretario provinciale di Libera Giuseppe Borrello) dal titolo “Storie e film contro le mafie”. Nella prima visione di “pellicole scomode”, come si ricorderà (sabato 21 novembre), è stato proiettato il film “La mafia uccide solo d’estate”, a cui è seguito un interessante dibattito con la presenza del testimone di giustizia Rocco Mangiardi, e gli studenti del Liceo classico Morelli Simone Di Vito e Raffaella Barbuto che hanno presentato e condotto l’iniziativa. Nel secondo incontro (sabato 19 dicembre, Polo culturale di Santa Chiara) nella conduzione si sono alternati Maria Joel Conocchiella e Ilaria Grasso. Al centro della serata il tema dei beni confiscati, tema dominante nel film “La nostra terra”.

I tantissimi presenti hanno seguito con grande attenzione il dibattito che ha visto protagonista Domenico Zizza, socio fondatore della cooperativa “Terre Ioniche”. Incalzato dalle interlocutrici Zizza ha raccontato l’esperienza sua personale e della cooperativa, con la responsabilità di prendere in mano circa cento ettari di terreni confiscati nel territorio di Isola Capo Rizzuto. In questo percorso l’ospite ribadito che si tratta di una esperienza positiva, sottolineando la presenza delle istituzioni nel loro cammino e soprattutto Libera come ha sottolineato Umberto Ferrari, responsabile regionale di Libera per i beni confiscati. Diverse le domande da parte del pubblico sollecitati dalla intraprendente Maria Joel e in diversi hanno elogiato il lavoro dei ragazzi. La partecipazione dei cittadini e questo sentimento che anima tutti i giovani che stanno portando avanti con coraggio e intraprendenza questo progetto di impegno contro le mafie per illuminare il loro cammino, rappresentano un vento nuovo che è fondamentale alimentare affinché ci sia un risveglio nelle coscienze che sembrano da tanto tempo adagiate sulla indifferenza e sulla sfiducia.

Il futuro nel territorio del Vibonese è più che mai giovane. Come il linguaggio del cinema. Infatti la scelta del cineforum per sollevare la questione dell’oppressione della criminalità organizzata e di tutte le connivenze responsabili del degrado e della corruzione nelle istituzioni, ha suscitato grande interesse.

È ancora vivo e forte l’eco dell’importante dibattito scaturito durante la prima proiezione, che ha aperto il cineforum. Il messaggio finale de “La mafia uccide solo d’estate”, è legato all’importanza di non perdere “la memoria della giustizia”. In quella occasione la stessa Maia Joel Conocchiella, rivolgendosi a Rocco Mangiardi, ha posto la questione del rapporto padre-figlia: “Pif, il protagonista del film, alla fine si sofferma sulla valore memoria e insegna al proprio figlio la giustizia. Proprio sul messaggio finale, Lei ha parlato di sua figlia, che l’ha guardato negli occhi. Con il suo esempio ha sicuramente insegnato ai suoi figli cosa vuol dire essere un uomo libero che ha deciso di rimanere e di lottare per difendere la sua e la loro dignità. Come hanno vissuto la sua scelta, che non è stata e non è semplice?”. Il testimone di giustizia, nella sua risposta. ha pronunciato parole con una carica pedagogica, umana, etica, culturale e sociale fondamentali, che dovrebbero essere scolpite all’entrata di ogni scuola e ogni istituzione:

“Quando sono venuti a chiedermi il pizzo di mille e 200 euro mi hanno scombussolato, è come se mi fosse caduta una botte in testa. Ma in quel preciso istante ho pensato alla mia famiglia. Quella sera, tornando a casa, dopo aver spiegato tutto, ho visto mia figlia che mi guardava dritto negli occhi. Non ci siamo detti niente, ma ho capito che mi stava ammonendo: – Guai a te se ti tiri indietro dopo tutte le cose che ci hai insegnato! Guai a te! – Quando i vostri genitori vi dicono: – Il futuro siete voi, lo dovete cambiare voi! Ditegli di no: il futuro lo dovete cambiare insieme”.

Lo sguardo, gli occhi. Un linguaggio che non ha bisogno di parole, che squarcia ogni maschera. Sono gli occhi incerti di Rocco Magniardi e quelli folgoranti di sua figlia. Sono gli occhi vili del delinquente che si nasconde di fronte al dito che Rocco gli punta in tribunale. Sono gli occhi di Pif, protagonista del film e quelli meravigliati del suo bambino che comincia ad imparare la storia della mafia; e poi ci sono gli occhi delle giovane studentessa Maria Joel Conocchiella , che ha visto gli occhi della figlia di Rocco, il testimone di giustizia che ama definirsi “un cittadino responsabile”.

Guardare negli occhi cambia la vita, il mondo. È il racconto che hanno scritto gli studenti di Libera. Sono gli occhi sensibili di Maria Joel, quelli Simone Di Vito e Raffaella Barbuto, giovani studenti del Liceo Classico “Morelli”, impegnati contro le mafie. Ne è nato un messaggio carico di emozioni e di valori umani, civili ed etici, che apre un’altra pagina nella tristissima e tragica vicenda che sta vivendo il mondo, ma che il territorio del Vibonese sperimenta già da tempo, infestato dal terrorismo della criminalità che ha spazzato via tanti giovani e spezzato la vita di tanti inermi e innocenti cittadini. Il loro impegno, il loro coraggio, il loro sguardo senza ombre, che ha sete di vera cultura, che sa vedere quale sia la grammatica della bellezza e del bene che cresce negli occhi di tanti loro coetanei e di tanti genitori, di una terra segnata dalla brutalità, dalla violenza, dalla corruzione e dalla connivenza, come è stata denunciata da Nicola Conocchiella (Libera); dalle parole di elogio per questi “splendidi studenti” da parte di Salvatore Rizzo (docente impegnato con Libera). Ma è il referente di Libera, mons. Fiorillo ad esprimere un sentimento di speranza mettendo in risalto il valore dell’impegno e della responsabilità profusi da questi giovani, che rappresentano la luce e la rinascita colte nei tanti germogli e nella moltitudine di rami in fiore dei mandorli nell’oscurità dell’inverno, come nel racconto profetico di Geremia e che rivestono un valore simbolico per i tempi che l’umanità sta attraversando, che sembra aver smarrito l’autentico messaggio evangelico.

Il cineforum di “pellicole scomode contro le mafie” prevede altri tre appuntamenti, sempre di sabato pomeriggio, alle ore 16.00. Il prossimo 23 gennaio “Vi perdono, ma inginocchiatevi”, poi “Anime nere” (20 febbraio) e infine “La siciliana ribelle” (12 marzo).