Firenze, rilancio Fortezza da Basso via libera della giunta al progetto preliminare per il restauro e la valorizzazione funzionale

Un progetto complessivo per il restauro e la valorizzazione dell’intero ‘sistema Fortezza da Basso’. È quello elaborato direttamente dai Servizi tecnici del Comune e approvato dalla giunta di Palazzo Vecchio che nell’ultima seduta del 2015 ha dato il via libera al progetto preliminare dell’intervento. Un progetto da oltre 142milioni di euro per la demolizione e ricostruzione del padiglione Cavaniglia, la rifunzionalizzazione degli altri padiglioni e la realizzazione dei due nuovi padiglioni Imperiale e Bellavista. Il rilancio della Fortezza da Basso rientra nell’ambito del protocollo di intesa tra Regione, Comune, Città metropolitana e Camera di Commercio sottoscritto nell’ottobre scorso dal governatore Enrico Rossi, dal sindaco Dario Nardella e dal presidente della Camera di Commercio Leonardo Bassilichi. “Un passo importante nel piano di valorizzazione e consolidamento del ruolo nazionale e internazionale della Fortezza da Basso come polo espositivo e congressuale – ha detto l’assessore all’Urbanistica Lorenzo Perra – Un intervento anche per consentire una nuova fruizione della struttura da parte della città con un progetto di integrazione nel tessuto urbano e uso pubblico delle sue piazze e dei suoi spazi verdi. Un progetto chiaramente ispirato alla sostenibilità e al risparmio energetico e all’utilizzo di tecnologie innovative nel restauro conservativo. Una bellissima opportunità per Firenze”. Gli interventi progettati riguardano la sostituzione del padiglione Cavaniglia con una nuova struttura espositiva congressuale capace di accogliere fino a 5mila visitatori, la rifunzionalizzazione strutturale, impiantistica ed energetica del padiglione Spadolini per conservare l’enorme potenzialità espositiva di circa 27mila metri quadrati, la realizzazione di un nuovo padiglione espositivo (il Bellavista) per incrementare la superficie utile del complesso secondo le previsioni urbanistiche, il recupero e l’implementazione del padiglione Imperiale e del padiglione Ronda. Il progetto include anche i primi studi sulla sistemazione del patrimonio arboreo e del nuovo sistema logistico di gestione dei flussi fieristici. Tutte le nuove architetture di progetto ricostituiscono morfologicamente i bastioni perduti nel corso del tempo e sono ispirate al confronto con il monumento cinquecentesco di cui recuperano il disegno e la composizione formale della cortina difensiva ideata dal Sangallo. Dal punto di vista strutturale, i progetti del nuovo padiglione Cavaniglia e del nuovo padiglione Bellavista prevedono elementi portanti che costituiscono l’ossatura della copertura, in modo da garantire facilità di montaggio, snellezza strutturale e assicurare il rispetto dei requisiti progettuali. Il materiale di costruzione sarà l’acciaio, mentre gli elementi verticali e le fondazioni saranno realizzate in cemento. Il padiglione Spadolini sarà completamente ristrutturato, inclusi gli impianti meccanici, che saranno realizzati con soluzioni ad alta efficienza energetica e garantiranno il massimo livello di comfort ambientale. Per gli impianti tecnologici, il progetto preliminare prevede la realizzazione di una nuova centrale di produzione combinata di energia elettrica, termica e frigorifera negli spazi attualmente occupati dagli impianti del padiglione Spadolini. Sarà alimentata a gas metano al posto del gasolio che attualmente alimenta gli impianti termici. Gli impianti elettrici e speciali saranno di nuova realizzazione e in linea con le più moderne esigenze e tecnologie reperibili sul mercato. Il progetto è stato elaborato direttamente dai Servizi Tecnici del Comune con una stima presunta di costi di 142milioni di euro, di cui 66milioni per i padiglioni Spadolini e Cavaniglia, più parte delle mura, 76milioni per gli altri padiglioni, gli spazi esterni, bastioni e camminamento. Le ipotesi sulle azioni e le metodologie conservative sono state elaborate anche sulla base dei risultati dell’analisi condotta in collaborazione con l’Istituto geografico militare, l’università di Firenze e il Consiglio nazionale delle ricerche.